Ceviche a colazione... il mio primo libro!

13 maggio 2007

Family day.... già non potevano chiamarlo giorno della famiglia!

Se mai un giorno (che non credo vivrò) avrò l’occasione di diventare parlamentare, voglio per prima cosa lanciare la provocazione di pronunciare i miei primi discorsi in inglese, magari con quanto più possibile accento americano riesca a riprodurre, e addirittura proporre, altrettanto provocatoriamente, di sostituire la lingua nazionale italiana con quella inglese, dato che comunque quest’ultima viene usata tanto spesso dai nostri politici, magari impropriamente, ad indicare fatti tra l’altro non certo da poco, come nel caso di welfare e devolution, senza dimenticare poi l’uso che se ne fa in televisione, come nel caso della bruttissima parola fiction – mi piaceva tanto sceneggiato!
Va be’… non è proprio di questo che voglio parlare, in realtà il mio argomento vuole essere questo family day, ieri sbattuto in faccia agli italiani tramite Raiuno e affini, sia pure compensato dal coevo evento del coraggio laico.
Nello stesso tempo Ratzinger era nel “meu Brasil brasileiro” a cercare di recuperare-affermare un po’ del suo potere nei confronti dei vescovi brasiliani e a lanciare le sue crociate contro aborto, coppie di fatto, rapporti prematrimoniali, ecc.
Vorrei innanzitutto porre qui la stessa domanda (retorica) rivolta a mia madre ieri a pranzo: con quali soldi è stato organizzato ‘sto “giorno della famiglia” (curioso che poi usando l’inglese mi pare anche ovvio un avvicinamento al gay pride day!)?
Del Vaticano? Hmmm… ne dubito! Meno che mai delle associazioni o partiti cattolici… temo che i soldi siano usciti fuori dalle casse dello Stato italiano!
Niente di cui sorprendersi: siamo il paese dell’8 per mille…
Poi, quando ho ascoltato le persone partecipanti intervistate al Tg ho avuto l’impressione di sentire la lezioncina appresa a memoria a catechismo: occorre difendere la famiglia dall’individualismo, i valori tradizionali vanno salvaguardati, ecc.
Ora, mi chiedo io, perché in tempi in cui la scolarizzazione e l’informazione sono tanto diffuse devono esistere ancora individui che rinunciano a usare la propria testa e permettono ad altri, sedicenti autorità varie, di pensare al posto loro?
E perché, se uno ha una determinata idea sulla morale, non si limita ad applicarla a sé stesso ed evita di solo tentare di imporla agli altri?
Le risposte potrebbero essere: ignoranza, debolezza, ma anche presunzione, superbia, violenza.
Io la vedo così, almeno.
Si ha paura della crescita dell’islam in casa nostra e allora ci si arrocca sulle posizioni cosiddette tradizionali? Può essere una spiegazione. Che tra l’altro, ancora in tempi non sospetti, aveva già prospettato lo storico e sociologo francese Gilles Kepel con il suo libro del 1994 La Rivincita di Dio, in cui aveva previsto bene un revanscismo “crociato” in risposta al fondamentalismo islamico, dati, tra l’altro, vari presupposti, tra cui lo spirito reazionario di Giovanni Paolo II. Kepel poi è divenuto, a quanto pare, consigliere di Chirac per quanto riguarda il mondo islamico; secondo i detrattori, da ricercare perlopiù nei personaggi legati alla Chiesa e agli USA, ne avrebbe ispirato molte scelte infauste nei confronti delle questioni con gli islamici, tipo velo proibito, ecc. (bravo Gilles!).
Ora, Ratzinger, è stato più volte fatto giustamente notare, e io lo ripeto, è appunto il continuatore più coerente e intransigente di quella linea reazionaria del predecessore, il quale era però anche più diplomatico e carismatico. Ratzinger è proprio aggressivo e provocatorio, si vede che è di educazione nazista. Sembra la riedizione di un Innocenzo III (per chi non lo sappia il papa della famigerata IV crociata, del massacro dei catari, dell’istituzione dell’inquisizione, dell’uffcializzazione dell’antisemitismo, del De contemptu mundi, ecc.)!
Ha fatto bene Prodi ad avvisare gli Italiani di non cadere nel rischio di ritornare allo scontro medievale tra guelfi e ghibellini!
Ma chi si credono di essere Ratzinger e soci?
I rappresentanti di Dio in terra, voi mi direte, e su questo punto ho già offerto la mia opinione.
Aggiungo solo una barzelletta che m’ha raccontato ieri la mia amica Svetlana: il papa, dopo morto, arriva in cielo e si presenta a Pietro con gran prosopopea. Pietro gli dice: in coda prego! Il papa, impettito, gli risponde: Io sono il papa! E Pietro: Il papa? E che significa? E il papa: Come che significa? Sono il Vicario di Cristo! Il rappresentante di Dio in terra, il detentore della parola di Gesù Nostro Signore! E Pietro: Gesù, il mio principale? Hmm… un attimo! Pietro alza la cornetta, scambia poche parole con l’interlocutore, poi dice: Prego, s’accomodi nella terza sala a sinistra! Il papa entra in questa sala, sempre altero, dopo pochi minuti ne esce Gesù sbellicandosi dalle risa: Pietro! Pietro! Sai quel circolo di pescatori che avevamo fondato 2000 anni fa sul lago di Tiberiade? Be’, sembra che esista ancora!
E a proposito di cristianesimo delle origini, tanto diverso dall’instrumentum regni inventato da Costantino, anche se in parte già molto politico (cfr. infra), mi viene naturale riportare per intero l’editoriale dell’ex Don Enzo Mazzi (prete cacciato dalla Chiesa per le sue posizioni, nonostante il grande impegno cristiano e civile) uscito su il manifesto il 9 maggio scorso:
Enzo Mazzi
Cercate i Dico nel Vangelo
Il Vangelo non marcia nel Family day. I fautori, laici, preti, suore, monsignori, teologi, sono animati da sacro fervore per la famiglia e da sacro furore contro i Dico; ma, per quanto mi risulta da una lunga quotidiana consuetudine col Vangelo, sono lontani dallo spirito e della lettera di quella che dai cristiani viene venerata come Parola di Dio.
Il movimento popolare da cui sono nati i Vangeli è di un «radicalismo etico» che oltrepassa e in parte ribalta la cultura e la teologia tradizionali del tempo. «Si trattò all'inizio di un movimento di contestazione culturale e di abbandono delle strutture della società», compresa la struttura familiare (G. Theissen, La religione dei primi cristiani, Claudiana, 2004).
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Luca 14,16). Parole forti, da contestualizzare. Ma proprio questo è l'etos di fondo del Vangelo che viene riproposto in molti altri momenti della vicenda di Gesù. «Ecco là fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti. Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: E chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Matteo 12,46). Oppure: «Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione... padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Lo so che non c'è solo questo. C'è anche la trasformazione dell'acqua in ottimo vino a un banchetto nuziale. Ma la presa di distanza di Gesù dalle strutture della società ebraica del tempo, dal Tempio, dal Sabato e dai legami familiari, resta, vistosa, predominante, talvolta positivamente provocatoria. Anzi è proprio a causa di un tale atteggiamento che fu messo a morte dai difensori delle strutture tradizionali del tempo: vuol distruggere il Tempio, la Legge, e quindi la famiglia, questa l'accusa. Non era vero, voleva purificare, guarire le strutture tradizionali, andare oltre. Come non è vero oggi che nuove forme di convivenza distruggono il matrimonio.
Un orizzonte nuovo di valori universali si apre in realtà nel Vangelo col superamento del concetto patriarcale di famiglia: da tale oltrepassamento nasce la comunità cristiana, la nuova famiglia, «senza padre» o meglio con un solo padre «quello che è nei cieli». È questa una intrigante contraddizione per il Family-day. Non voglio dire che per difendere la famiglia tradizionale, «naturale» essi dicono, sarebbero disposti a rifiutare Gesù se tornasse oggi. Ma certo è lontano dallo spirito e dalla stessa lettera del Vangelo questo loro mettere il «sabato», la tradizione, le norme, al di sopra dell'uomo e della donna. È in contrasto col messaggio di Gesù la loro opposizione al riconoscimento pubblico di qualsiasi forma di unione, come quelle previste dai Dico, che non sono affatto contro il matrimonio ma sono basate su valori universali più ampi: la solidarietà, l'amore responsabile, il rispetto dell'altro e dell'altra qualunque sia il loro orientamento sessuale.
«Uno dei discepoli gli disse: Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre. Ma Gesù gli rispose: Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti» (Matteo, 8,22). Non viene forse voglia di dire la stessa cosa nei confronti dei fautori del Family day? Morti che seppelliscono morti, da lasciare alla loro intransigenza funeraria.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Maggio-2007/art22.html

Il problema, caro Don Mazzi, è che da sempre i sedicenti ministri di Dio leggono i vangeli come pare a loro e affermano la validità solo della loro lettura. È inutile insomma che tu ti rivolga al gregge dei cristiani, che tu credi lettori consapevoli dei vangeli, ti risponderanno solo le pecore!

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