Ceviche a colazione... il mio primo libro!

1 aprile 2009

Katyn e censura

Pubblico anche nel mio blog il commento che ho dedicato a una recensione che un mio amico, l'eccellente Prof. Nicolò Scialfa, preside dei presidi, filosofo e politico - uso entrambi gli appelativi nel senso più nobile possibile -, ha a sua volta dedicato alla promozione del film Katyn, del grande Andrzej Wajda (http://nicoloscialfa.wordpress.com/2009/03/24/katyn-il-film-degli-opposti-totalitarismi-n-scialfa-katyn-il-film-degli-opposti-totalitarismi/).
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Eccellente e appassionata recensione.
Un unico appunto: tu dici che il crimine dei sovietici allora alleati dei nazisti è avvenuto "nella foresta di Katyn, in Bielorussia". Ti contesto, per pochi chilometri, questa localizzazione, perché la foresta di Katyn si trova in Russia, poco a ovest della città di Smolensk e poco a est del confine con la Bielorussia, appunto.
Come ben sai, del resto, il confine polacco, fino al 1939, si trovava molto più a est, fino quasi a Minsk, a comprendere tutta la Bielorussia occidentale, territorio che i sovietici si sono annessi proprio in seguito all'invasione concordata con Hitler e che i Russi non hanno mai più restituito alla Polonia, praticamente fino ad oggi (!), "compensandola" dopo la guerra con i territori già tedeschi della Slesia, della Sorabia, della Lusazia, della Prussia e della Pomerania. In pratica, la Polonia è stata spostata forzatamente a occidente.
Poi dici, giustamente, che i governi inglesi, americani e francesi conoscevano bene la verità e che, dopo la guerra, "la tesi della strage nazista si dimostra falsa": in effetti, già il 13 aprile del 1943 Joseph Goebbels fece divulgare la notizia tramite Radio Berlino, per giunta, in seguito, vi fece accompagnare ufficiali britannici prigionieri e membri della Croce Rossa a vedere personalmente la fossa comune, ottenendo lo scopo di incrinare i rapporti tra il governo polacco in esilio del generale Sikorski (che a luglio dello stesso anno morirà in un incidente aereo "misterioso") e Stalin, ma non quello di dividere l'URSS dagli alleati. La politica, insomma, è ed è sempre stata la politica, come rosa est rosa.
Un'ultima osservazione riguardo alla censura in Italia.
Il caso più emblematico e scandaloso è ancora quello del film del 1981 Lion of the Desert, dedicato alla storia del capo della resistenza libica contro gli Italiani Omar al-Mukhtar.
Riporto testuali le parole della voce wikipediana, al riguardo:
"Le autorità italiane hanno vietato la proiezione del film nel 1982 perché, nelle parole del primo ministro Giulio Andreotti, "danneggia l'onore dell'esercito". Pare che il veto sia stato posto dall'allora sottosegretario agli Affari Esteri Raffaele Costa, oggi esponente di rilievo di Forza italia e presidente della provincia di Cuneo dal 2004. Vi fu un procedimento contro il film per "vilipendio delle Forze Armate". La pellicola non fu mai distribuita nel Paese, dove resta tuttora introvabile" Nel 1987 fu bloccata la proiezione dalla digos in un cinema di Trento e il tutto si concluse con un processo. L'unico festival dove è stato proiettato semi-ufficialmente è stato il Riminicinema a Rimini nel 1988. Craxi promise di mandarlo in onda sulla RAI, ma la promessa non venne mantenuta. È stato proiettato non ufficialmente in altri festival senza alcun interferenza da parte del governo. Il film è reperibile in Internet.
Il regista e produttore siriano Mustafà Akkad fu ucciso in Giordania nel 2005 in un attentato kamikaze di terroristi di Al Qaeda ad Amman."
Roberto

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