Ceviche a colazione... il mio primo libro!

28 gennaio 2013

Cercasi partito

In clima (a dire il vero piuttosto tiepido, come se “altrove” si sapesse già chi deve vincere) di campagna elettorale, invece di leggere i programmi dei partiti già esistenti, preferisco dettare io un programma elettorale. Poi, se c'è un partito che si rifletta in questo mio programma, allora è possibile che gli conceda il mio voto, altrimenti continuerò a rifiutarmi di rendermi complice del soffocamento della democrazia sancito dall'abominevole legge elettorale che la casta al potere ci ha imposto.
  1. Voglio far uscire l'Italia dalla NATO e, di conseguenza, obbligare gli USA a smantellare le loro 113 o più basi militari presenti in territorio italiano, in modo che il nostro Paese recuperi quindi una vera sovranità territoriale che in Italia manca almeno dal luglio del 1943, quando i primi contingenti USA sbarcarono in Sicilia. Ovviamente, voglio anche che gli USA si riportino a casa loro le 80 o oltre testate nucleari e i sommergibili nucleari che detengono in territorio italiano nonostante il popolo italiano per ben due volte negli ultimi 25 anni abbia votato contro la nuclearizzazione del loro Paese.
  2. Voglio ritirare tutti i contingenti militari italiani attualmente impegnati in finte “missioni di pace”, invero guerre finalizzate al controllo delle risorse di idrocarburi per conto degli USA, e semmai ripensare all'opportunità di allestire autentiche missioni di pace dove ce ne sia bisogno e siano richieste unanimemente, per esempio a Haiti.
  3. Voglio cancellare il debito pubblico nazionale, illegittimo e fraudolento, e, di conseguenza, ridimensionare il potere delle banche, demolendo il cosiddetto signoraggio che, di fatto, rende schiava tutta la popolazione nazionale.
  4. Voglio attuare una riforma fiscale equa in modo che la classe lavoratrice non debba lavorare duramente solo per pagare le tasse e la classe imprenditoriale non possa evadere il fisco facilmente.
  5. Voglio far sì che tutti possano accedere al diritto intangibile di non morire di fame, di avere una casa e un'occupazione dignitose, di usufruire di un'istruzione e di un'assistenza sanitaria pubbliche, gratuite e di qualità.
  6. Voglio che siano assunte iniziative efficaci per coniugare lavoro, produzione e salvaguardia dell'ambiente, sulla scorta dei principi dello sviluppo sostenibile, della cosiddetta Blue Economy, attribuendo la preferenza, anzi l'esclusività graduale, alle energie rinnovabili.
  7. Voglio imporre la libera circolazione di tutti gli esseri umani in territorio italiano e voglio che, chi desideri vivere in Italia, possa godere dei pieni diritti di cittadinanza come tutti gli altri.
  8. Voglio promuovere in tutti i campi del sapere iniziative finalizzate allo sviluppo della ricerca scientifico-tecnologica, ma anche filosofico-spirituale, finalizzata all'accrescimento del benessere della popolazione e non al commercio.
  9. Voglio promuovere le attività sportive e ricreative in genere come occasioni di sviluppo di valori comuni e di solidarietà sociale, oltre che di benessere psicofisico collettivo.
  10. Voglio far crescere il ruolo dell'Italia come “potenza” mediatrice e divulgatrice di pace, di fratellanza e solidarietà, secondo il principio dell'”arte dell'incontro” cantato da Vinicius de Moraes.

Ecco fatto! Ne è uscito fuori un decalogo, tanto per essere originali.
Sono sicuro che chi leggerà questo mio decalogo, la prima cosa che penserà sarà: “l'erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re”. Allora io gli risponderei con le parole del regista argentino Fernando Birri citate dal grande scrittore uruguayo Eduardo Galeano: “¿Qué es la utopía? Ella está en el horizonte. Me acerco dos pasos, ella se aleja dos pasos. Camino diez pasos y el horizonte se corre diez pasos más allá. Por mucho que yo camine, nunca la alcanzaré. ¿Para que sirve la utopía? Para eso sirve: para caminar”.

P.S.: se qualcuno vuole suggerire altri punti, sono disponibile alla discussione.

14 commenti:

Associazione Italo Capoverdiana ha detto...

Condivido pienamente!Complimenti, mi ha fatto veramente tanto piacere leggere questo articolo ma, soprattutto saper che "qualcuno" crede ancora che tante cose in questo mondo possono essere cambiate... BASTA CREDERE E VOLERE!

Qamar S. Andrade

Anonimo ha detto...

Quello che non esiste bisogna crearlo...! io ci sto. Vivere in questo paese che hai descritto sarebbe meraviglioso. Nessun partito ti dirà sinceramente parliamone, semplicemente perché in Italia non esiste! Ci vogliono donne e uomini con la voglia e la forza di cambiare le cose e che non si siano già venduti al sistema. M'iscrivo!
PB

Anonimo ha detto...

Caro Roberto,
mi ha fatto molto piacere leggere questo tuo "decalogo", che io definirei un programma rivoluzionario, mi ci ritrovo molto! e penso molta gente comune potrebbe riconoscersi nella maggior parte di questi punti. Credo che invece nessun partito come dici tu sia interessato a proporre un programma del genere, appunto perché sarebbe troppo rivoluzionario per loro e tutti gli "equilibri democratici".
Il piacere di sentire finalmente una voce fuori dal coro rispetto ai tanti della sinistra in Italia del "il diritto di andare a votare è anche un dovere" e "non esiste altro al di fuori della democrazia".
M

Anonimo ha detto...

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Al Grande Popolo dell'Astensionismo
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Quando il 50% degli ammessi al voto si astiene continuatamente dall'avvicinarsi ad una cabina elettorale, il fenomeno non si può liquidare accusando di insignificanza e vacuità coloro che ne son parte. Ed infatti noi, che non votiamo, non siamo né tra i corrotti che corrono a barrare la scheda per dar potere alle loro lobby né tra gli illusi che scaricano sul voto l'intero senso di una democrazia mai compresa e tanto meno assaporata.
Possiamo anche non capire a fondo ciò che avviene ma l'intuito ci dice che non è nel voto, oggi, il progresso. Poiché non v'è, tra i candidati, una sola persona che goda d'ampia consapevolezza e conoscenze, di progetto e capacità realizzativa. Percepiamo invece che vi sono delle questioni di fondo che in sessant'anni mai nessuno ha osato affrontare e cui ancora oggi nessuno s'avvicina, pur tutta lì trovandosi la causa della nostra agonia.
Vero è pure, però, che anche noi Astensionisti dobbiamo fare un passo avanti, perché non è certo sufficiente dissentire ma ben più importante è invece essere propositivi. Ed allora, in questi giorni in cui i candidati stanno in bramosa questua, a braccia spalancate ad accogliere gente che si disfa del proprio potere civico, noi Astensionisti, che il nostro potere non vogliamo gettar via, impegniamoci ad usarlo ed a farlo fruttare.
Rivolgiamoci ordunque ad ogni partito, leader, spalla e galoppino, offrendo loro il ricco bottino dei voti degli Astensionisti. Il primo Partito d'Italia (al 50%) è il nostro. Diciamo allora che siamo stufi di un sistema politico fondato tutto sul momento elettorale. E poniamo sul piatto una di quelle questioni che da tanto attendono d'essere considerate, dicendoci disposti al voto solo a patto di un preciso cambiamento radicale.
Affermiamo convinti che il ricambio democratico non può aversi nel solo ambito di Governo ma deve coinvolgere anche i pubblici impieghi, i quali vanno periodicamente restituiti TUTTI ai cittadini. Spieghiamo che la nostra sfiducia, verso la pur importante selezione dei governanti, si dissolverà nel momento in cui verrà annunciato che mai più NESSUNO occuperà a vita un impiego pubblico. Invitiamo i candidati a non perdere questa occasione.
Solo se essi annunceranno che la Funzione Pubblica (lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni) tramite apposita legge verrà liberata dai milioni di piccoli e grandi tiranni che l'hanno accaparrata, noi Astensionisti andremo in massa a votare. Perché solo così facendo si creerà un dinamico, sensibile, FLUIDO SISTEMA PUBBLICO capace di trasformarsi costantemente per rendere al meglio ed al massimo senza mai pesare troppo sulla collettività.
Diciamoci dunque disposti a barattare il nostro voto in cambio di una riforma, il Pubblico Impiego a Rotazione, in grado di stravolgere il cristallizzato disordine delle cose e lasciarla andare ognuna al proprio posto. Di modo che non vi sia un solo essere umano a non poter trarre alimento e potere dal suo essere parte della società.
Danilo D'Antonio
Pro exstinctio tyrannosaurus statalis
http://www.hyperlinker.com/ars/tyrannosaurus_statalis.htm

Anonimo ha detto...

Caro Roberto,
Temo che nessuno dei partiti o delle coalizioni in lizza alle elezioni del 24 e 25 febbraio possano rispondere ad alcun punto del tuo decalogo.
Con amarezza.
BD

Roberto ha detto...

Lo so bene, caro BD, la mia vuole essere una provocazione, indirizzata non tanto ai partiti, quanto alle persone come te, che in effetti hai risposto.
Chissà che il discorso non lo si possa portare avanti... Io vorrei che tutte le anime e gli spezzoni della vera Sinistra si coalizzassero di nuovo, su punti quali quelli del mio decalogo, per esempio, in modo che la Sinistra vera ritornasse ad avere voce in capitolo.
Oggi come oggi non conta più nulla. Lo sai bene anche tu.
Roberto

Anonimo ha detto...

Ciao Roberto,
vorrei risponderti in questi minuti che i bimbi mi lasciano libera (hai visto il più piccolo alle nomine al Vittorio, ricordi?).
Non credi che manchi il riferimento all'Europa nei tuoi punti?
Leggo nel programma di CSP-Partito comunista che invece l'uscita dall'Europa è tra gli obiettivi perseguiti: il fatto che l'Europa oggi sia caratterizzata da un deficit democratico (solo il parlamento è eletto dai cittadini ecc..) e che segua politiche liberiste e di austerità non impedisce di pensare e volere una Europa diversa, democratica e solidale. Come sarebbe possibile affrontare a livello nazionale questioni come lo sviluppo sostenibile, il lavoro, il controllo del mercato finanziario, oggi, nell'era della globalizzazione? Senza contare che le istituzioni europee hanno garantito un lungo periodo di pace tra i paesi aderenti. Ci vuole più Europa e non meno, ma le sue istituzioni devono diventare democratiche. Non trovi?
GV

Roberto ha detto...

Ciao GV,
il riferimento all’Europa manca perché sostanzialmente sono d’accordo con il programma di CSP-Partito comunista: oggi come oggi, non condivido nulla di questa Europa.
Tu forse ti ricordi che in passato ero molto europeista, partecipavo del gruppo docenti del Centro in Europa, ho fatto molta divulgazione tra gli alunni, ecc., ma negli ultimi anni l’idea dell’Unione Europea è decisamente fallita: è fallita nei campi di concentramento per “clandestini” e nella fortezza Europa, è fallita nella divisione verificatasi con la guerra contro l’Iraq, è fallita nella mancata approvazione popolare della Costituzione europea, è fallita nel fatto che ormai la UE è garante solo del potere delle banche, delle politiche ultraliberiste della BCE e del FMI.
Forse in futuro si potrebbe recuperare l’ideale europeo, ma mi pare che prima occorra rifondare gli ideali nazionali e poi semmai estenderli all’Europa e al mondo intero, non il contrario che è evidente come sia stata una strategia fallimentare, appunto.
Un abbraccio e tanti bacini ai tuoi bimbi.
Roberto

Anonimo ha detto...

Ti rispondo con estrema tranquillità, dal momento che il mio partito non partecipa alla competizione elettorale e non faccio propaganda. Guardati il programma di CSP-Partito comunista...
MT

Roberto ha detto...

Alludi a questo: http://www.comunistisinistrapopolare.com/programma-politico/?
Non è un vero programma politico, è un saggio (l’ho ridotto in pdf, mi sono uscite 15 pagine), molto interessante e pienamente condivisibile, perlomeno da parte mia, ma temo che la maggior parte della gente non lo capisca. Troppo ignorante, resa e lasciata tale dal sistema; d’altra parte, e qui mi richiamo alla lezione postuma di Vincenzo Cuoco, superstite e storico della famosa rivoluzione partenopea, sbaglia chi non è in grado di comunicare con il popolo, anche se vuole farne gli interessi. I rivoluzionari partenopei, appunto, e come ben sai, sono stati massacrati proprio da quei “lazzeroni” che volevano aiutare a uscire da secoli di servitù della gleba, mentre al cardinale Ruffo è bastato aizzarli dicendo loro che i “giacobini” erano degli anticristi che bestemmiavano nelle chiese... Ma mi pare che sia una lezione che la vera sinistra stenti ancora oggi ad apprendere. A Berlusconi, che è furbo, è sufficiente dire due barzellette e/o due menzogne dette con il sorriso alla televisione per guadagnare centinaia di migliaia di voti. Ai “comunisti”, frammentati in modo per giunta litigioso, in RC, CSP-PC, Sinistra Critica, tutti prossimi al mio programma politico sotto riportato, non basta dire la verità e allertare la popolazione, perché quest’ultima non vi capisce.... e non vi vota. E, frattanto, i furbi al potere si sono fatti la legge elettorale, assolutamente antidemocratica, che vi estromette dal parlamento. E, alla fine, dopo gli ultimi tentativi fallimentari, l’avete capita che dovete disertare le elezioni e boicottare il sistema antidemocratico vigente, l’unico modo per svergognare sul piano internazionale la casta al potere! Se, come spero, non andrà a votare il 60% o più degli aventi diritto, come faranno a dire che rappresentano gli Italiani?
Va be’, caro MT... speriamo bene!
Roberto

Anonimo ha detto...

Caro Roberto, condivido in pieno quanto scrivi. Aggiungo, però, che parlare alla gente è un falso problema, non tanto perché non sia giusto né utile, ma perché è la SECONDA fase di un'azione politica che deve essere mirata prima a trovare e formare i "quadri". E i quadri sono quelli come te e me, che capiscono e condividono certi principi. I quadri sono coloro che poi, in seconda battuta, raggiungono la gente generalmente detta, la coinvolgono: per questo motivo il nostro programma politico è per la gente, ma inevitabilmente scritto per alcuni tra la gente (posso usare il termine "avanguardia"?). Senza l'avanguardia non si va da nessuna parte o, peggio, si rischia di creare un partito che inizialmente ha un po' di gente dalla sua (magari il 15%, il 10%, il 7% dell'elettorato), ma che poi, nel giro di qualche anno, si riduce all'IDV di turno.
Non abbiamo paura di parlare alla gente, ma dobbiamo farlo solamente dopo aver trovato chi possa davvero farlo.
MT

Roberto ha detto...

Posso essere d’accordo con te, caro MT, e anche con Platone, sui quadri, intendo dire. Il problema è che chi parla alla gente continua a guadagnare voti e potere a scapito di tutti, chi si sta impegnando a formare i quadri, è fuori dalla possibilità di entrare in Parlamento.
Io penso di essere in grado di parlare alla gente e confrontarmi con la gente e persino in dovere di farlo e lo sto facendo, senza attendere l’approvazione di nessuno. Forse, più che comunista, sono anarchico, che ci vuoi fare?!
Roberto

Anonimo ha detto...

Egregio professore,sono un alunno della 4Ra Nino Bergese che desidera commentare il testo che lei ci ha inviato, e avrei solo d'aggiungere un punto sulla sua lista così perfetta (dal mio punto di vista)... tassare anche l' "impero" eclesiastico presente in italia... in fede un suo alunno

Roberto ha detto...

Egregio mio alunno della IVA, ma devo tirare a indovinare su chi tu sia?
Un'idea, invero, ce l'ho!