Ceviche a colazione... il mio primo libro!

17 aprile 2016

Come ai tempi del nazifascismo!

Ieri sera, assieme alla mia bimba di quasi 6 anni, ho partecipato al corteo organizzato dai No Borders nel cuore di Genova a denunciare i crimini contro l'umanità che in questi anni e in particolare in questi giorni si stanno compiendo nei confronti dei migranti e dei profughi.
A un certo punto, invero, ho dovuto cedere alle lamentele di mia figlia, che mi diceva che era stanca e che le faceva male la gamba, e ho abbandonato gli altri manifestanti in via San Luca, ma almeno via Prè e una buona fetta di centro storico ce la siamo fatta, dove ho potuto apprezzare come da parte della popolazione ivi residente, in gran parte migranti, ci sia stato molto sostegno e molto tifo nei confronti dell'iniziativa.
E non sono stati pochi quanti vi hanno aderito, specie delle donne africane con i passeggini e/o i bimbi in braccio.
Il corteo, del resto, era in gran parte composto da giovani, ma anche meno giovani, come me, in assoluta serenità e in un clima di festa, animata da un gruppo di percussionisti coadiuvato da due ballerine con dei bei costumi che ricordavano il carnevale brasileiro, e con cui mia figlia si è divertita a ballare in piazza dell'Annunziata.
A Largo della Zecca qualcuno ha acceso un fumogeno da stadio, per la precisione di fronte alla caserma dell'esercito, ma in condizioni di sicurezza, senza danni per nessuno, altri affiggevano manifesti e volantini con testi pienamente condivisibili, di denuncia dei crimini contro l'umanità contemporanei, come questo che ho fotografato sbrigativamente con il mio cellulare:

Altri ancora si occupavano di imprimere sui muri l'altrettanto condivisibile slogan:

Ma non ho visto nessuno che abbia commesso atti vandalici o di violenza di alcun tipo, nemmeno verbale: ripeto, il clima era quasi di festa. Almeno fino a via San Luca, fino a quando ho partecipato in prima persona, ma giurerei che anche in seguito il registro sia rimasto lo stesso.
L'unica istanza che si percepiva, era quella della volontà di farsi sentire, di sensibilizzare le coscienze della gente, cosa praticamente impossibile, se non hai riscontro mediatico adeguato.
E, a proposito di riscontro mediatico, oggi, nonostante i fatti che ho testimoniato, nei media prevale la notizia che gli "appartenenti ai centri sociali e gli anarchici" avrebbero compiuto atti vandalici e imbrattato i muri creando scompiglio in centro! Basta leggere il servizio on line de Il Secolo XIX per farsene un'idea (ovviamente sbagliata, anzi manipolata).
Il TG di Primocanale ha trasmesso un servizio ben poco informativo, ma con un taglio preconcetto di condanna nei confronti dei facinorosi, come me e la mia bimba, con il fiore all'occhiello dell'intervista telefonica a un membro del sindacato di polizia che ha stigmatizzato la burocrazia statale che sta tardando in maniera intollerabile lo spostamento del commissariato di piazza Matteotti, nell'occhio del ciclone di questi vandali sovversivi!
Mi sono sentito spinto a scrivere un'email a Primocanale, la seguente (sicuramente nemmeno la leggeranno):
"Ho appena visto sul vostro TG un servizio dedicato alla manifestazione organizzata dai No Borders ieri sera in centro, che definirlo vergognoso e offensivo è eufemistico.
Vergognoso perché non fate informazione, non spiegate le ragioni, gravi e serie, dei manifestanti, vi limitate a raccontare i presunti danni che i manifestanti o alcuni di loro avrebbero commesso (ma c'eravate per poterne dare testimonianza? Io non vi ho visto!), specie nei confronti del commissariato di PS in piazza Matteotti.
Offensivo, appunto, perché ci fate passare per vandali e delinquenti, laddove io, per esempio, sono un insegnante con una carriera di 20 anni e ho partecipato al corteo con mia figlia di quasi sei anni, e non ero l'unico genitore con bambini, ce n'erano altri, in particolare c'erano molte donne migranti con i passeggini o i bambini in braccio!
Se foste veramente giornalisti seri e indipendenti, avreste provato a intervistare qualcuna di queste donne, a farvi raccontare le loro esperienze, per esempio le violenze e i soprusi subiti durante l'attraversamento delle frontiere o nei CIE, i nuovi lager!
Curioso, ma non troppo, che invece, nel servizio successivo, avete dato senz'altro più spazio alle scuole cattoliche, tema che evidentemente vi sta molto più a cuore! Ebbene, avrete visto che Papa Francesco, a Lesbo, ha denunciato le stesse violazioni dei diritti umani che denunciano i No Borders. O la vostra professionalità non ci arriva?".
E, a proposito di Papa Francisco, leggo proprio ora che ha dichiarato che a Lesbo ha visto molto dolore, specie tra i bambini, lo stesso dolore che hanno visto e hanno cercato di lenire questi ragazzi di No Borders, tre dei quali sono venuti l'altro ieri nella scuola dove insegno, il Bergese, da me invitati, a raccontare le loro esperienze a Ventimiglia l'estate scorsa, esperienze di repressione proprie di una dittatura nazifascista!
E Faruk ha raccontato della sua odissea dal Sudan, il suo Paese natio, fino a Ventimiglia, appunto, attraverso l'Egitto, la Libia, i barconi nel Mediterraneo, i posti di polizia... Più o meno le stesse storie che hanno raccontato già da tempo tanti altri, quelli che sono sopravvissuti, che hanno raccontato gli autori di Come un uomo sulla terra, che racconta Gabriele Del Grande...
Ma i media, come ai tempi del nazifascismo, appunto, raccontano alla gente che sono, che siamo, vandali sovversivi facinorosi!

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