Ceviche a colazione... il mio primo libro!

1 maggio 2016

Regeni come Pasolini... e non solo!

Il caso Regeni, su cui, per carità, il governo Renzi, come anche il mondo del calcio e tanti altri - sinceramente e meno sinceramente -, sta mostrando molta operosità e molto interesse a svelare la "verità", ricorda invero tanti altri casi in cui i governanti italiani, e altri soggetti, si sono operati invece perché l'opinione pubblica si accontenti di verità ufficiali che sin troppo spesso hanno il sapore delle menzogne più bieche e arroganti, come quelle sciorinate dal governo egiziano di Al-Sisi, "amico" dell'Occidente contro la minaccia islamista, quindi uno comunque da "rispettare".
Del resto, Regeni era uno scomodo perché studiava le violazioni dei diritti umani e dei lavoratori nell'Egitto contemporaneo, quello che, in teoria, si era liberato della dittatura di Mubarak - per sprofondare in una nuova dittatura -, e voleva in seguito pubblicarlo questo suo studio. Almeno come tesi di dottorato a Cambridge.
Ma certa gente non ama la libertà di stampa, di denuncia, di protesta.
Certa gente come anche i reazionari nostrani.
Come quelli che non gradirono il celebre articolo di Pasolini - e tanti altri suoi scritti e interventi vari - Cos'è questo golpe? Io so, del 14 novembre 1974.
Come quelli che hanno ordinato e diretto i misfatti del G8 il 20 luglio del 2001 a Genova.
A tal proposito, anzi, e a concludere questa mia breve riflessione-denuncia, citerei il geniale fumettista Zerocalcare, che nel breve ma intenso A.F.A.B., pubblicato proprio in occasione del decennale degli orrori del G8 genovese - lui ne racconta uno dei tanti -, scrive: "Io non so cos'era, ma quel luglio c'era qualcosa nell'aria, qualcosa che faceva reazione con le divise, tipo. Quella stessa cosa che di solito si respira nelle stanze chiuse, buie, lontane dai riflettori. Tipo dov'è morto Stefano Cucchi, o Aldo Bianzino, o Federico Aldovrandi... Quella cosa in quei giorni era su tutta la città, in ogni strada".
Tipo Giulio Regeni.
Quella cosa, infatti, è senz'altro in Egitto, ma pure ovunque si voglia infastidire il potere.

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