Ceviche a colazione... il mio primo libro!

4 aprile 2008

Siamo tutti Dr. House?

Non amo molto 'sti sceneggiati (ancora preferisco il vero nomignolo italiano a quello americano, serial) che spettacolarizzano le sofferenze della gente negli ospedali.
Ammetto che il Dr. House è diverso, perché c'è il valore aggiunto della personalità titanica del personaggio, ben pensato dall'ideatore, lo scenografo canadese David Shore.
In una delle ultime puntate trasmesse da Canale 5 (che è tutto dire!), alla concorrente per un posto di medico assistente che protestava nei confronti di House stesso per aver già assunto un'altra senza farle passare la selezione, con la classica frase esclamativa: "Non è giusto!", House - cioè l'attore Hugh Laurie, che deve tutta la sua fortuna professionale al personaggio e rischia di fare la fine di Bela Lugosi - le risponde, con il solito salace cinismo: "Se pensi che non sia giusto, hai sbagliato luogo, professione, specie!".
Alla faccia di qualsiasi pensiero ispirato alla speranza che l'umanità un giorno possa costruire una società equa!
Realismo? O propaganda?
Sì, perché non dimentichiamoci che questi banali, apparentemente, sceneggiati americani sono il principale veicolo di divulgazione di idee e ideologie che da parte di chi li produce si ha tutto l'interesse ad affermare nel mondo intero.
Il fatto che la gente si arrenda definitivamente alla realtà di un mondo ingiusto - anche se alla fine di quella puntata House licenzia la privilegiata, rivelatasi "idiota" - serve a chi, come personaggi ben noti in Italia, delinque e prevarica fottendosene della legge, pur presentandosi come aspirante "democratico" al potere, tanto, appunto, la gente è abituata a gente come lui e la considera "normale", quindi vota per il meno peggio. E nessuno pensa più. Nessuno cerca più nuove soluzioni, migliori, non solo "alternative".
Ci troviamo di fronte alla morte delle ideologie, anzi dei "massimi sistemi" - definizione galileiana che più m'aggrada - proprio perché in contrasto si diffondono questi postulati che definirli "qualunquisti" mi sembra di offendere la memoria di Guglielmo Giannini, che in realtà erà di ideologia ben chiara e definita, a confronto.
Stiamo attenti agli idoli! (non l'aveva già detto qualcuno?)

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