Ceviche a colazione... il mio primo libro!

21 settembre 2008

Essere e non essere... l'insostenibile peso della precarietà

Ho parafrasato, abusandone, frasi fatte del repertorio letterario - l'abusatissimo Shakespeare e il non meno abusato Kundera - perché, con un po' di amara ironia, o forse meglio di spiritoso sarcasmo, rendono bene il senso di cosa sia essere precari.
Non solo nel lavoro, ma in ogni campo, da quello familiare a quello sentimentale persino. Non ne parliamo di quello finanziario.
Quando non si è qualcosa di ben definito, c'è sempre qualcuno, anche tra chi dovrebbe sostenerti e comprenderti, che ti fa pesare l'essere precario!...
Come se fosse colpa tua... mia... nostra!
Di noi che siamo semplicemente una categoria di ingannati, di persone che sono state sfruttate perché servivano, come ho sottolineato su Primocanale, e che ora vogliono buttare sulla strada perché il progetto "politico" è quello di demolire la scuola pubblica e, appunto, non serviamo più, a maggior ragione se garantiamo qualità e competenze, valori che ovviamente non interessano alla classe di governo, anzi, li vedono come pericolosi!
Paradossalmente, ci conviene persino tacere anziché dichiarare con giusto orgoglio i nostri titoli e la nostra preparazione e esperienza: è proprio la qualità che questa classe di governo non vuole più nella scuola pubblica!
Ormai ce lo dobbiamo mettere in testa, dobbiamo capire bene con chi abbiamo a che fare!
Ed è per questo che sono sempre più convinto dell'opportunità, lanciata da un collega alla nostra assemblea, di intraprendere azioni legali contro questa classe di cialtroni incompetenti e in mala fede che ci governano!!
Lo so anch'io che il precariato è un problema soprattutto politico, ma è ormai diventato anche un problema legale: dobbiamo gridare forte a tutta Italia che siamo stati INGANNATI, che siamo stati FRODATI del nostro futuro, che ci hanno USATO e MANIPOLATO come volevano e ora vogliono sbatterci nel cassonetto dei rifiuti!
Per giunta perché non facciamo il loro gioco di distruzione della scuola pubblica, cioè del diritto costituzionale di tutti all'istruzione gratuita.
Dobbiamo gridare forte, appunto, che non solo il nostro futuro è stato turlupinato da queste carogne, ma lo sarà anche quello dei nostri figli e di tutti quelli che non potranno permettersi un'istruzione privata, sicuramente carissima e non certo libera ideologicamente, tanto meno laica!!
Io personalmente, questo che ora ho scritto, lo griderò forte all'assemblea del 25 p.v. (cfr. http://precariliguria.blog.kataweb.it/).
Non credo che sia più il caso di affidarci solo ai sindacati: penso che abbiate visto tutti come l'incontro tra la Gelmini e i rappresentanti sindacali sia stato una farsa: la "ministra" si è limitata a mostrare una presentazione power point con il suo "piano scuola", come una scolaretta davanti a una commissione d'esame, e ha rifiutato una qualsiasi discussione!
E i rappresentanti sindacali si sono limitati ad andarsene indignati, quando dovevano subito promettere guerra: blocco degli scrutini, scioperi generali, ecc.
Pensate un po' in che mani siamo!
Roberto Marras

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