Ceviche a colazione... il mio primo libro!

12 giugno 2009

Il fantasma di Yoani

Riprendo in un post gli ultimi sviluppi del dibattito Yoani Sánchez già da me riportato in http://romras.blogspot.com/2009/05/dibattito-yoani-sanchez.html.
Gordiano la intervistata telefonicamente alla Fiera del Libro di Torino, sabato 16 maggio scorso.
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Il fantasma di Yoani Sánchez alla fiera di Torino
Yoani Sánchez è stata una protagonista fantasma della fiera di Torino, perché ha potuto partecipare soltanto telefonicamente alla presentazione di Cuba libre Vivere e scrivere all’Avana (Rizzoli), causa il noto diniego a viaggiare ricevuto dalle autorità cubane. La casa editrice ha predisposto un libro di firme da inviare a Raúl Castro, contenente un appello teso a modificare l’atteggiamento di chiusura nei confronti della blogger. Non sappiamo quanto servirà…
Yoani ha scritto un brano molto amaro a proposito di questo tema: "Mi sono persa Madrid in pieno maggio, New York con il suo settore universitario e adesso Torino durante la fiera del libro. Se le cose continuano così, dovrò cominciare a raccontare la mia vita con il tempo verbale che indica le cose improbabili “io avrei potuto essere lì, però…”, “avrei presentato il libro, se non fosse stato per…” o “riuscirei a viaggiare se me ne stessi zitta”. Oggi ho partecipato al lancio di Cuba Libre, in maniera virtuale, come soltanto un blogger può farlo. Ho parlato per telefono con i presenti, ho risposto ad alcune domande e la linea è caduta prima di poter dire “addio”. Sono tornata a vivere una situazione conosciuta: c’erano tutti tranne me".
A Torino in diretta telefonica da Cuba ha risposto ad alcune domande poste da Omero Ciai (giornalista di Repubblica), da Erick De Armas (autore di Elena è rimasta e… papà tambien, Epoché) e dal sottoscritto. Un folto pubblico ha assistito alla presentazione e ha sottolineato con calorosi applausi ogni intervento della blogger.
– Il tuo blog è molto seguito all’estero, ma a Cuba non è consultabile. Tu non puoi vederlo quando lo scrivi. Come aggiorni il sito e come vivi questa condizione?
Per pubblicare il blog preparo il lavoro sul computer casalingo, salvo in dischetti e chiavette di memoria, mi reco in un internet point di un albergo con una carta prepagata, mi collego e spedisco il materiale ad amici che vivono all’estero e che si occupano di pubblicare i testi. Quando mi collego a Internet non scrivo niente, ma cerco e scarico informazioni su Cuba. Adesso è tutto più difficile perché in alcuni alberghi è scattato il divieto di vendere ai cubani carte prepagate per accedere a Internet. Non sappiamo se si tratta di una disposizione governativa o se è una misura presa dalle catene alberghiere.
– A Cuba esiste un movimento per facilitare un cambiamento politico?
A Cuba esistono molte voci indipendenti che invocano il cambiamento, si chiede da più parti maggior libertà, in tutte le sue forme, dalla libertà di espressione a quella associativa, per finire con la libertà economica e di movimento. Ci sono molti giovani non politicizzati che vorrebbero vivere in un paese più libero e più moderno. Purtroppo non esistono veri e propri movimenti politici organizzati perché manca la libertà di associazione.
– Perché non ti hanno permesso di venire a Torino?
Nessuno ha messo per scritto il motivo. Non lo fanno mai. Si limitano a scrivere sulla richiesta: per il momento non può viaggiare. In un sistema politico privo di libertà e diritti civili, l’autorità è sovrana e non è tenuta a motivare i provvedimenti. Penso che il divieto a viaggiare sia una diretta conseguenza delle cose che scrivo, ma potrebbero sconfessarmi in qualsiasi momento, adducendo motivi burocratici. Noi cubani siamo come i bambini piccoli che per uscire di casa hanno bisogno del permesso dei genitori.
– Pensi di scrivere romanzi sulla realtà cubana?
In realtà sto scrivendo un romanzo generazionale e credo di finirlo entro l’anno. Racconto la Cuba quotidiana della mia generazione, quella dei ragazzi poco più che trentenni che hanno vissuto con le bambole russe, le scuole al campo e la tessera del razionamento alimentare. Il romanzo è lontano dalle vecchie ideologie e cerca di comunicare bisogni e incertezze dei giovani cubani che vivono sognando la fuga.
– La tua scrittura cita grandi autori del passato come Lezama Lima, Virgilio Piñera, Heberto Padilla e persino Cabrera Infante…
Sì, sono filologa e amo la buona scrittura. Penso che il castigliano sia una lingua che si possa utilizzare bene per creare certe atmosfere letterarie. Molti scrittori cubani che ho letto e studiato fanno parte del mio bagaglio culturale. Non posso dimenticare i miei studi e il fatto di scrivere bene è un vizio professionale. Virgilio Piñera con il suo inconfondibile stile surreale è uno dei miei autori di riferimento.
– Ti consideri una dissidente?
Assolutamente no. Questa parola non ha niente a che vedere con quello che sto facendo. Il problema è che a Cuba non ci sono alternative. Se non sei del tutto favorevole alle misure governative ed esprimi critiche al sistema vieni etichettata come controrivoluzionaria. In realtà sono una ragazza come tante che un giorno ha deciso di intraprendere un esorcismo personale. Scrivo in un blog ciò che non posso dire nella vita di tutti i giorni e per questo ho definito il mio lavoro come un esercizio di codardia. Siamo sempre più numerosi a usare la blogosfera per esprimere opinioni. Non ho nessuna intenzione di darmi alla politica e di fondare un partito. Non ne sarei capace. Piuttosto mi piacerebbe aprire un giornale libero.
– Fino a quando continuerai a scrivere il blog?
Fino al giorno in cui sentirò di avere qualcosa da dire, raccontando i problemi della vita quotidiana, senza ideologie o retorica, senza menzogne. Per adesso questo modo di raccontare usando brevi flash e metafore mi appaga molto.
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Termina qui l’incontro con Yoani, che forse avrebbe avuto molte altre cose da dire al pubblico presente che l’ha ascoltata con attenzione, ma l’interesse dei lettori potrà essere soddisfatto seguendo le future puntate di Generación Y sul sito web de La Stampa (www.lastampa.it/generaciony).
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

1 commento:

Roberto ha detto...

Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea di FERRARA
giovedì 11 giugno, alle ore 16.30
Gordiano Lupi (curatore e traduttore) presenta il libro di Yoani Sánchez Cuba libre Vivere e scrivere all'Avana (Rizzoli, 2009)
Intervengono: Anna Quarzi e Patrizia Garofalo
Il libro della trentaquattrenne Yoani Sánchez si intitolaCuba libre , come il noto romanzo di Elmore Leonard ambientato nel 1898, alla vigilia della guerra ispano americana, ma anche come il noto drink che i turisti sorseggiano alla Bodeguita del Medio all'Avana. Non è un romanzo e nemmeno un saggio, bensì una raccolta estemporanea di osservazioni e riflessioni sulla realtà cubana, quasi un diario di appunti apparsi in rete su un blog, teso a sfatare il mito dell'efficienza castrista e a restituire, tra tenerezza e rabbia, la frustrazione per le potenzialità inespresse e i sogni perduti di una generazione, la sua, rinchiusa in un'utopia che non le appartiene. Yoani Sanchez si può leggere in ITALIA su LA STAMPA - www.lastampa.it/generaciony e su www.tellusfolio.it
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Yoani Sánchez
CUBA LIBRE
Vivere e scrivere all'Avana
Traduzione e cura di Gordiano Lupi - www.infol.it/lupi
Yoani Sánchez è un strana dissidente: non denuncia, non attacca, non contesta. Semplicemente racconta nel suo blog cosa significa vivere oggi nel regime comunista di Cuba: la difficoltà di fare la spesa e la fame cronica, l'arte di ripararsi gli elettrodomestici guasti, la lotta per leggere le vere notizie tra le righe del giornale di partito, la paura del ricovero in ospedale dove manca anche il necessario per sterilizzare, la convivenza forzata con la propaganda che si insinua nei media, nelle piazze e nelle scuole, il panico quando arrivano le convocazioni della polizia, la preoccupazione per gli amici in carcere, la nostalgia per i tanti che sono fuggiti e la delusione per tutti quelli che hanno smesso di credere al futuro. Ma soprattutto sfata il falso mito dell'efficienza castrista e descrive, tra tenerezza e rabbia, la frustrazione per le potenzialità inespresse e i sogni perduti di chi, come lei, è nato nella Cuba degli anni Settanta e Ottanta e si ritrova rinchiuso in un'utopia che non gli appartiene. Di questa generazione Yoani è diventata l'inconsapevole portavoce, e il suo blog, che ha fatto il giro del mondo è ora un libro. Yoani Sánchez si definisce una semplice cittadina, ma in realtà è una vera rivoluzionaria, una donna che lotta con tutte le sue forze per far conoscere le se idee all'interno di una società che non ammette anticonformismo. Le sue parole sono frecciate ironiche che danno vita a un blog molto frequentato come Generación Y e servono da stimolo per inaugurare un nuovo corso per l'ultimo baluardo comunista. Purtroppo i suoi commenti vengono letti soltanto all'estero, perché a Cuba il blog risulta oscurato ed impossibile collegarsi.
RASSEGNA STAMPA:
http://www.infol.it/lupi/Pubblicazioni_Cuba_Libre.htm
COMMENTO SITO RIZZOLI
http://www.24sette.it/contenuto.php?idcont=1672
RECENSIONE - DIBATTITO SU LETTERATITUDINE
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/04/18/cuba-libre-vivere-e-scrivere-allavana-di-yoani-sanchez/
VALENTINA NUCCIO:
http://www.facebook.com/l/4280b;www.irisbooks.it
http://www.facebook.com/l/4280b;www.lavitaleggera.splinder.com http://www.facebook.com/l/4280b;http://net.essenzialeonline.it/valenuccio/2009/05/05/vivere-a-cuba-ce-lo-spiega-yoani-sanchez/ http://www.facebook.com/l/4280b;www.oblo.it.