L'accusa di tradimento lanciata da Gheddafi all'Italia, dopo un trattato che prevedeva la non disponibilità del governo italiano a fornire suppporto logistico o qualsiasi altro aiuto a eventuali aggressori della Libia, sancito peraltro dal famoso baciamano di Berlusconi, non è certo la prima accusa del genere che soffre il nostro paese.
Lasciamo perdere pure i personaggi precedenti alla nascita del nostro Stato – 150 anni fa, come finalmente ormai sanno tutti o quasi – tra cui vale la pena perlomeno di citare quel Fabrizio Maramaldo il cui cognome è diventato persino sinonimo di traditore per antonomasia.
Il primo tradimento significativo dell'Italia è avvenuto senz'altro nei confronti dei “fratelli del sud”, che piuttosto come tali, furono trattati come popolo conquistato e sottomesso, al punto che la famigerata “questione meridionale” è sorta proprio da tale politica.
Ma se ci vogliamo limitare ai soli tradimenti internazionali, l'aver approfittato della debolezza della Francia di Napoleone III, che sino a quel momento aveva mandato tanti soldati a morire per la causa italiana – un nome tra tutti Solferino – il 20 settembre del 1870, dopo che la Prussia aveva umiliato l'ultimo imperatore dei Francesi tanto inviso a Victor Hugo e non solo, attaccando la Roma pontificia difesa appunto da pochi francesi rimasti indifesi, ebbene io lo chiamo tradimento. Altri possono pure chiamarlo in altro modo richiamandosi alla terminologia della geopolitica.
Poi, la celebre e fallimentare spedizione di conquista dello stato abissino portata avanti da Crispi, a infrangere il trattato di Uccialli del 1889 o interpretandolo a modo proprio grazie a una traduzione traditrice – a proposito, anche ora si pretende di interpretare il trattato con Gheddafi –, sebbene franata nel disastro di Adua il 1° marzo del 1896, fu un tradimento, non so chi possa avere ancora dei dubbi, tanto più che nel 1935 Mussolini rinnovò questo tradimento nei confronti degli Abissini, per giunta utilizzando contro di loro le famigerate bombe all'iprite, proibite dagli accordi internazionali, pure questi traditi quindi. Quando sono stato in Eritrea, nel 1998, una sera, in un taxi collettivo, mi son sentito accusare da un locale di essere italiano come quelli che 50 anni prima – un po' di più invero, ma lui aveva detto proprio 50 – avevano gettato l'iprite su ragazze come quella che mi stava accanto. Gli ho risposto che 50 anni prima io non ero nato. Ma un po' di vergogna l'ho provata.
Poi, ancora, nel 1911 e soprattutto nel 1915 l'Italia tradisce la Triplice Alleanza a cui aveva aderito nel 1882. La prima volta appoggiando la Francia nella contesa con la Prussia per il controllo coloniale del Marocco, in cambio della mano libera per attaccare la Libia – ma guarda che combinazione: 100 anni fa esatti! E con Francia e Italia anche allora protagoniste! –, la seconda volta com'è noto con il voltafaccia nella I guerra mondiale. L'italia poi fu a sua volta tradita dalla Gran Bretagna nella cosiddetta “vittoria mutilata”, come D'Annunzio definì la mancata applicazione del Trattato di Londra dello stesso anno. Ma si sa che i britannici non tradirono solo gli Italiani, bensì, tra gli altri, anche gli Arabi, tramite il finto ingenuo Lawrence d'Arabia, nonché i sionisti, che avevano ricevuto la promessa di poter fondare lo Stato d'Israele in cambio del loro appoggio. Questo è bene ricordarlo per non far credere che gli unici traditori al mondo siano stati e siano gli Italian! Tanto più che i tradimenti britannici citati, ancora oggi fanno soffrire funeste conseguenze a tutti e soprattutto ai paesi del cosiddetto Medio Oriente.
Nel 1935, Mussolini non tradì solo gli Abissini, ma anche la Gran Bretagna appena stigmatizzata – oggi a me, domani a te! – la quale, fino a quel momento era la maggiore sostenitrice del fascismo italiano e di Mussolini nella persona del premier Chamberlain, che infatti perse credito in seguito al tradimento italiano. La Gran Bretagna si vendicò imponendo le famose sanzioni internazionali e l'embargo all'Italia di Mussolini che pertanto, dopo un'autarchia più proclamata e più funzionale al furto dell'oro agli Italiani – anche questo un tradimento interno – che reale, si dovette avvicinare al vecchio nemico Hitler, con cui era stato vicino a far guerra nel 1934.
E sappiamo tutti quanto fu funesta questa scelta.
Tanto più che ha portato in seguito al famoso tradimento dell'8 settembre del 1943, un tradimento che Vittorio Emanuele III e Badoglio hanno perpetrato più nei confronti degli Italiani, abbandonati a sé stessi, che dei Tedeschi, secondo me e anche secondo l'opinione di altri ben più illustri di me, come Indro Montanelli per esempio, ma formalmente senz'altro anche dell'ex alleato nazista.
Durante la cosiddetta Guerra Fredda, di tradimenti italiani nei confronti dei propri alleati se ne possono contare altri: mi limiterò a citare solo quello dell'allora Presidente del Consiglio Craxi nei confronti degli USA, quando nel 1985 permise a Abu Abbas, mente del dirottamento dell'Achille Lauro, di sfuggire alla cattura da parte della CIA.
Personalmente considero comunque ben più grave il tradimento che hanno dovuto subire gli Italiani da parte dei propri governi filoamericani, pronti a consegnare il Paese agli USA – peraltro ben presenti nel nostro Paese a sovranità limitata con le famigerate e molto attuali basi NATO – nel caso si fosse realizzato il cosiddetto Fattore K, cioè il PCI al potere mediante regolari e legittime elezioni. Sappiamo bene come tentativi di colpi di stato, in tale contesto, ne abbiamo subiti vari, senza parlare di Gladio e del Piano di rinascita democratica di Gelli, secondo lo stesso Maestro Venerabile realizzato da Berlusconi, già membro della P2 come tanti altri nomi della nomenklatura italiana di oggi.
Né dimenticherei i tradimenti dei governi di centro-sinistra – autori di una politica interna e internazionale in tutto e per tutto analoga a quella del centro-destra (se si eccettuano, fino a un certo punto, le leggi ad personam) – nei confronti dei propri elettori, che hanno portato quest'ultimi ad allontanarsi dalla politica o a frammentarsi in partitini insignificanti.
Né va dimenticato il tradimento della propaganda nei confronti dell'opinione pubblica: l'intervento NATO in Libia, ormai senza nemmeno un avallo ONU, che non conta più nulla, se mai ha contato qualcosa, è stato giustificato tramite cifre di morti massacrati da Gheddafi e bombardamenti che, secondo molte fonti alternative autorevoli, sono semplicemente notizie false!
In tal caso però considero più colpevole l'opinione pubblica occidentale – ma esiste? È mai esistita? – che non ha fatto nulla quando Bush padre ha fatto divulgare l'immagine del cormorano del Golfo Persico intriso del petrolio del Kuweit che il cattivo Saddam Hussein aveva fatto versare in mare. Peccato che, come hanno precisato dei naturalisti poco dopo, nel Golfo Persico non ci siano cormorani.
Ben più grossa, com'è noto, l'ha fatta Bush figlio, che ha voluto per forza riportare la guerra in Iraq onde prevenire l'uso da parte di Saddam delle famigerate armi di distruzione di massa. Ma anche in tal caso, a farsa svelata, a nessuno o quasi è fregato nulla se venivano massacrati ingiustificatamente un po' di iracheni, nonché un po' di afghani, tanto sono musulmani, scuri se non negri, nonché terroristi, quindi...
Allo stesso modo ora a ben pochi importa se le bombe "intelligenti" – magari cariche di uranio impoverito – americane e NATO vengono gettate sui civili libici per aiutarli contro il cattivissimo Gheddafi che fino a ieri era in proficui affari con quelli che lo stanno attaccando.
E in particolare gli Italiani, tornando al discorso di fondo, ci stanno facendo la figura di traditori a causa del trattato di Berlusconi. Dagli ambienti di governo si giustifica questa violazione, realizzata prima fornendo supporto logistico alle forze alleate, poi anche tramite l'intervento diretto voluto dall'infoiato La Russa, che nemmeno si è consultato con Berlusconi tanto era eccitato dall'idea di andare direttamente – e lui vorrebbe certo personalmente – a massacrare un po' di Libici, con la scusa che sarebbe stato Gheddafi a violare per primo il trattato una clausola del quale gli imponeva di rispettare i diritti civili.
Ma ci viene da ridere per non piangere, in quanto da tempo personaggi come Gabriele del Grande (http://fortresseurope.blogspot.com/) e gli autori di Come un uomo sulla terra (http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/) hanno documentato e dimostrato come il governo Berlusconi (e non solo) abbia sovvenzionato (5 miliardi di euro degli 8 sottratti all'Istruzione pubblica) e appoggiato le persecuzioni, le torture e i massacri dei migranti africani di passaggio dalla Libia verso le coste italiane.
D'improvviso ecco che si accorgono che Gheddafi viola i diritti civili, crimine di cui sono stati sinora complici!
In Come un uomo sulla terra il protagonista racconta di un certo Israel, non ricordo se etiope o eritreo, fa lo stesso, il quale, per la sola colpa di chiamarsi così, viene torturato e violentato con maggiore veemenza rispetto agli altri dalla polizia libica, fino a fargli perdere la ragione. Oltre che la salute.
Recupero di nuovo alla mia memoria la mia breve ma intensa esperienza ad Asmara, già citata, dove avevo conosciuto tre ragazze, amiche tra loro, Roma, Jerusalem e Italia. Più tardi ho saputo che le prime due hanno sposato dei miei ex colleghi di ben più lunga permanenza di me in terra eritrea. Della terza non ho saputo più nulla, però ricordo che aveva detto che anche i numerosi fratelli avevano nomi singolari, tra cui c'era anche un Israel. Appunto.
Chissà, magari non è lo stesso citato in Come un uomo sulla terra, d'altra parte, se ne ha tentato lo stesso tragitto disperato, è ben possibile che ne abbia fatto la stessa fine se non peggio.
Così, tanto per concludere con una battuta che non fa ridere, uno dei fratelli d'Italia, tanto nella bocca degli Italiani e soprattutto delle loro autorità in questi giorni di celebrazioni, potrebbe aver fatto una bruttissima fine nelle carceri libiche sovvenzionate dai soldi italiani.
Invero voglio concludere davvero con un'ultimissima riflessione dedicata ai miei amici latinos. Che c'entrano, si dirà? C'entrano, perché l'area andina-amazzonica, Venezuela, Colombia, Ecuador e Perù, per intenderci, è un'altra area ricca di petrolio. Visto che quella libica è l'ennesima guerra che negli ultimi dieci anni, nell'indifferenza complice dell'opinione pubblica, l'Occidente fa con il vero scopo di accaparrarsi le risorse energetiche fossili in via di esaurimento nei prossimi decenni, è da ipotizzare, come già l'hanno fatto osservatori ben più illustri di me, che il Sudamerica sarà il prossimo fronte.
Del resto, c'è sempre un Chávez che non ci si mette molto a criminalizzare e a isolare internazionalmente come si è fatto con Gheddafi.
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