Ceviche a colazione... il mio primo libro!

9 maggio 2011

Gli Dei dell'arena (dello schermo)

Negli ultimi giorni, in questi primi giorni di maggio 2011, abbiamo assistito a fatti sensazionali, quasi epocali, direi.

Già dal 1° maggio, e non tanto per la consueta Festa dei Lavoratori, purtroppo, a restituire un po' di dignità rapita a chi lavora o vorrebbe lavorare il giusto e guadagnare il giusto.

Piuttosto perché Obama in quel giorno ha proclamato al mondo di essere riuscito a giustiziare Osama.

Sì, sembra un gioco di parole, che ha provocato gli strafalcioni di molti giornalisti, com'è noto. Invece è proprio così: Obama/Osama, un calembour a dir poco curioso. Al punto che pare si tratti delle due facce di una stessa medaglia, come molti sostengono, distinte solo da una consonante, un'occlusiva bilabiale sonora per una fricatica alveolare altrettanto sonora.

Come sonoro è stato l'eco della vicenda, con tutti i dubbi e le discussioni che ha provocato.

Come sonori sono stati gli urli da tifo da stadio degli americani per le strade.

Che mi hanno subito portato alla mente non tanto gli stadi, quanto piuttosto proprio le televisoni e in genere lo schermo televisivo e cinematografico, l'arena dove si fa la politica, la cultura di massa, dove s'impostano le basi della società, il Grande Fratello di Orwell, il più grande profeta di tutti i tempi, benché lui abbia solo interpretato correttamente un mezzo i cui poteri erano già stati intuiti da personaggi quali i potenti di Hollywood, Mussolini, Hitler, Stalin, ecc.

In particolare, a proposito di arena, mi sono venute in mente due serie che stanno avendo molto successo su Sky, Spartacus Blood and Sand, seguita da Spartacus Gods of the Arena.

Come si capisce dal loro nome, si tratta di due serie ispirate alla storia di Spartaco, il gladiatore di orgine trace che ha guidato una celeberrima rivolta di schiavi contro i Romani in Italia meridionale tra il 73 e il 71 a.C., per poi diventare un simbolo dai pre-protocristiani sino alla cultura di sinistra dei giorni nostri (o meglio, ahimé!, dei giorni subito precedenti ai nostri!).

Devo dire che sono fatte molto bene, non c'è che dire, anche se il vero protagonista delle serie non è Spartaco, bensì il sangue, che sgorga a fiotti in quasi tutte le scene delle puntate. Sia della prima, che della seconda serie.

La prima si conclude con Spartaco che finalmente scatena la strage e la rivolta nella casa di Batiato, il lanista senza scrupoli suo padrone.

A questo punto la Starz, la casa produttrice delle serie, avrebbe dovuto dedicare la seconda alla rivolta vera e propria, alle battaglie contro le legioni romani, fino alla sconfitta e alla crocifissione di massa. Ma forse era un argomento troppo “rivoluzionario”.

Molto meglio operare un flashback in Gods of the Arena e tornare a raccontare delle sfide nell'arena, a saziare gli spettatori di sangue e altri vari effetti splatter, comprese le scene di sesso ai limiti della soglia del porno.

E perché questo?

Quando sono inquadrati gli spettatori dell'arena che godono a vedere schizzare il sangue vengono in mente gli spettatori di oggi, delle TV e dei cinema, di quegli americani che sfilano per le strade in un'orgia di tripudio per la morte di Osama.

Ma non solo.

Mi viene in mente anche l'approccio acritico e entusiasta dei miei alunni adolescenti di fronte al famigerato film 300 a cui peraltro deve molto Spartacus film giustamente accusato di far bieca politica, in particolare di portare avanti la retorica del Clash of Civilizations proclamato da Phillips Huntington, l'ultimo specchietto per le allodole inventato dall'élite di potere occidentale, finalizzato a far credere al mondo che è in atto una nuova crociata, e non piuttosto una più volgare caccia alle risorse energetiche.

Perché poi di questo di tratta: il sangue che sgorga a fiotti negli schermi è al contempo un'allegoria del petrolio, la linfa del potere economico mondiale almeno dalla seconda rivoluzione industriale in poi, quando infatti ha cominciato ad affermarsi il mito letterario-cinematografico del vampiro, non a caso oggi molto presente e sempre molto apprezzato nella produzione letteraria, televisiva e cinematografica occidentale, ma è anche un sangue molto concreto, quello versato in genere da civili innocenti nelle numerose guerre condotte negli ultimi due decenni allo scopo di accaparrarsi il monopolio delle risorse energetiche. Un sangue di cui si nutre il benessere delle famiglie occidentali, come molto bene rappresentato da Neil Swaab nella vignetta di dicembre del calendario 2010 di Mr. Wiggles, distribuito in allegato dalla rivista Internazionale.

Ho cercato di spiegare questo ai miei alunni, ma purtroppo pochi hanno capito, pochi si difendono dal fascino incantatore della macchina della propaganda occidentalista.

Pochi nutrono un reale senso di solidarietà nei confronti dei propri simili come quegli immigrati di cui sempre le televisioni ci mostrano le miserevoli odissee, tradotte in improbabili tentativi di invasione come vuole la bieca propaganda leghista e degli altri che ne vampirizzano la vicenda, laddove queste persone invero cercano di raggiungere l'Occidente per recuperare almeno un po' delle briciole di quanto l'Occidente ha rubato e ruba loro nei Paesi di origine.

Tornando a descrivere gli avvenimenti epocali di questi primi giorni di maggio, nello stesso giorno in cui Obama proclamava l'assassinio di Osama, il papa tedesco Ratzinger ha proclamato beato il precedente papa polacco Woytiła, peraltro suo “compagno di merende” quando il secondo era vivo e l'attuale papa era capo della sua Inquisizione.

E l'ultima delle loro imprese, l'ultima provocazione, è stata proprio quella di svolgere questa discutibile beatificazione appunto il 1° maggio, a sottrarre spazio e attenzione alla Festa dei Lavoratori sempre più bistrattati e ormai in tendenza regressiva, per quanto riguarda i diritti e la valenza socio-politica. Una festa di tradizione socialista, di quella cultura politica, cioè, che Woytiła e Ratzinger hanno sempre combattuto, provocando non poche vittime, dai teologi della liberazione latinoamericani perseguitati e uccisi dalle dittature dei rispettivi Paesi, al Cardinale Romero, fino alle vittime della guerra nell'ex Jugoslavia, per non parlare delle donne e dei tanti attacchi da loro subiti con i tentativi di far abolire le leggi sull'aborto.

Pensandoci bene, Woytiła ci sta bene tra i santi cattolici, tra i quali sono numerosi quelli che hanno versato il sangue, tanto sangue, dei “nemici della Chiesa”, tanto per ribadire il tema del sangue e del vampirismo finalizzato al potere.

E infine, altro caso di vampirismo finalizzato al potere associato al tifo da stadio, stavolta quello vero, sabato scorso Berlusconi è tornato a vincere lo scudetto con il suo Milan, la più efficace macchina propagandistica che abbia alimentato il culto della sua controversa (tanto per usare un eufemismo) personalità. E subito l'ha sparata grossa chiedendo che lo stadio Meazza di San Siro venisse ribattezzato a suo nome. Ma questo più che un avvenimento epocale è una vicenda patetica, e c'è poco altro da commentare, solo che non mi stupirebbe, dati i tempi, che questo abominio avvenga veramente.

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