Tandem venit Amor, qualem texisse pudori
quam nudasse alicui sit mihi fama magis.
Exorata meis illum Cytherea Camenis
attulit in nostrum disposuitque sinum!
Exsolvit promissa Venus; mea gaudia narret
dicetur siquis non habuisse sua!
Non ego signatis quicquam mandare tabellis,
ne legat id nemo quam meus ante, velim;
sed peccasse iuvat, vultum componere famae
taedet; cum digno digna fuisse ferar.
Finalmente è arrivato Amore, tale che più vergognosa
sarebbe per me la fama di averlo nascosto più che svelato.
Invocata dalle mie Camene Citerèa
me l’ha condotto e deposto in seno!
Ha mantenuto le promesse Venere; narri pure le mie gioie
chi è noto che non le abbia mai fatte sue!
Or proprio non vorrei affidare nulla a biglietti sia pure sigillati,
che non li legga nessuno prima del mio amore;
Ma mi piace aver peccato, atteggiarmi a dama rispettabile
mi ripugna; sarò ricordata come colei che fu degna di lui degno di lei.
SULPICIA (trad. Roberto Marras)
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