Ceviche a colazione... il mio primo libro!

9 marzo 2014

Resilienza collettiva auspicata

Non scrivo ormai da molto.
Preso come sono dal ruolo di papà, da quello di insegnante, nonché in teoria sempre impegnato con la mia annosa tesi di dottorato...
Neanche più tanto disgustato da quanto succede ai vertici del Paese, quanto piuttosto annoiato. Più preoccupato invece della situazione internazionale, dell'Ucraina, per esempio, che, dopo la Georgia e altre situazioni, dimostra per l'ennesima volta che la guerra fredda non è mai finita davvero e che c'è da temere che qualcosa di grave prima o poi succeda.
Tanto più che la gente comune è sempre più indifferente, abulica, alienata, disumanizzata...
Siamo tornati a un clima molto simile a quello che si respirava in epoca fascista. Ormai stanca persino dirlo.
Sono sin troppi gli indizi: viviamo una stagione politica che è il frutto della realizzazione del piano Rinascita di Licio Gelli. E non da oggi, da tempo ormai.
Abbiamo avuto un Presidente del Consiglio che ha definito il presidente di Confindustria - quindi non certo un sovversivo - "disfattista", parola molto fascista (per quanto nata prima del fascismo ufficiale), solo perché ne aveva criticato l'operato di governo in materia di economia e altro. Ne abbiamo ora uno che è l'ennesimo frutto di un accordo che definirlo trasversale è un eufemismo, perché sarebbe più corretto considerarlo per quello che è, cioè il patto della casta piduista, il quale ha appena sfornato l'ultima versione della vergognosa legge elettorale, cambiata per non cambiare nulla e lasciare sempre loro al governo.
Abbiamo i campi di concentramento in casa, i cd. CIE, laddove la gente non ne pare turbata, ma i governi ci chiedono comunque di commemorare il Giorno della Memoria.
C'è sempre più precariato, soprattutto morale. E sul piano culturale non si muove praticamente nulla o quasi.
Troppo presa la gente a star dietro ai propri cellulari, su facebook o a far shopping e a "divertirsi". Cioè, in breve, ad alienarsi, appunto.
Auspichiamo il sorgere di una resilienza collettiva, che porti a reagire, ma non ne vedo i segni premonitori.
Occorre continuare a gettare i semi. Prima o poi, se il terreno non è stato reso completamente sterile, qualcosa germoglierà.

1 commento:

Roberto ha detto...

A rimarcare quanto scritto:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/italicum-peggio-della-legge-acerbo-voluta-dal-fascismo/