Ceviche a colazione... il mio primo libro!

4 maggio 2015

La violenza che chiama la violenza (del potere)

Ma, ammesso e non concesso che dietro le violenze a Milano ci siano veramente dei sinceri "anarcoinsurrezionalisti" dei centri sociali - e non piuttosto degli infiltrati con il compito di attivare la strategia della repressione violenta come al G8 di Genova e in tante altre occasioni -, quand'è che comunque questi "anarchici" o "autonomi", come erano chiamati una volta, impareranno a capire che si devono assolutamente dissociare dalla violenza che fa solo il gioco dei potenti?
Non basta loro l'esperienza del passato?
Il potere ci vuole violenti, aggressivi, divisi, che ci odiamo e diffidiamo l'uno dell'altro, vuole che gli "anarchici" dei centri sociali siano odiati e disprezzati dalla gente comune, è la classica strategia del divide et impera, vecchia come il cucco, o perlomeno come l'impero romano.
Non ha certo interesse che si sviluppi la solidarietà sociale, meno che mai che si affermino pacificamente le sacrosante ragioni della protesta, contro l'Expo, come contro il potere in genere.
Occorre rifletterci su.

Nessun commento: