Ceviche a colazione... il mio primo libro!

4 febbraio 2016

Non è un Paese per geni

L'Italia soffre senz'altro di un male antico.
I suoi figli migliori devono soffrire molto e spesso devono allontanarsi altre confine, per affermare il loro genio, sempre boicottato da qualche demone oscuro, in patria.
Basta fare i nomi di tantissimi personaggi del passato e del presente, da Leonardo da Vinci a Cristoforo Colombo a Enrico Fermi, fino a Luigi Luca Cavalli Sforza, per capire bene ciò che intendo.
Molti hanno già dedicato pagine di letteratura all'argomento, per esempio Ludovico Incisa di Camerana, ne Il grande esodo: storia delle migrazioni italiane nel mondo, di cui avevo avuto il piacere di seguire la presentazione da parte dell'autore stesso, presso Casa America, un po' di anni fa.
Gli accademici rappresentano spesso questi demoni oscuri, laddove, in questi tempi di tagli mostruosi alla ricerca e all'istruzione in genere da parte degli ultimi governi, in controtendenza rispetto al resto dei Paesi avanzati, le cose non sono certo migliorate, anzi. Sembrano sempre più degli sciacalli che si scannano tra loro per un osso.
Anche in tal caso, basta fare i nomi di Sergio Frau e Laura Laurencich Minelli (e a maggior ragione quello di Clara Miccinelli), e, ovviamente approfondire i loro casi, per capire che cosa intendo.
Basta verificare in che stato versa il nostro patrimonio culturale, il più ricco al mondo.
Oppure basta l'esperienza personale.

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