Ceviche a colazione... il mio primo libro!

29 febbraio 2016

Panebianco e la protesta integrale

L'emerito Prof. Panebianco, qualche giorno fa, ha scritto un editoriale per difendere la pesante e annosa presenza militare statunitense nel nostro Paese in funzione della difesa rispetto alla minaccia islamista in particolare dalla Libia, in cui ha difeso anche il nostro intervento, per ora ufficioso, ma non ufficiale, con un atto di accusa nei confronti della debolezza dei nostri governi - "assomigliamo a quei ragazzini che, avendo avuto genitori troppo protettivi, non sono capaci di cavarsela da soli", scrive - e nei confronti dell'Unione Europea, giustamente definita inconsistente - "al momento, di questa Europa non v’è traccia", scrive, laddove aggiunge, con bieco cinismo geopolitico:"le unificazioni politiche non si fanno col burro ma con i cannoni".
Per tutta risposta dei giovani del CUA hanno interrotto una sua lezione inneggiando il sacrosanto slogan "via i baroni dall'università!".
Ammesso e non concesso che Panebianco abbia fatto un semplice ragionamento geopolitico, senza valutare troppo le conseguenze del suo intervento, in un clima già abbastanza arroventato di guerra, emergenza migranti e profughi, conflitto USA-Russia, UE in procinto di crollare definitivamente, ecc., personalmente gli contesto proprio il cinismo provocatorio, a cui non è nuovo, come è messo in evidenza nell'articolo a cui si rimanda, laddove penso che uno nella sua posizione debba semmai contribuire a produrre una cultura nazionale e transnazionale che abbia come primo obiettivo la costruzione della pace, non il contrario, e non con i cannoni, come vorrebbe lui sul solco della tradizione geopolitica che ha come modello la famigerata pax romana.
Quanto all'intervento del CUA, ribadisco sostanzialmente quanto ho scritto il 27 ottobre 2010 in merito a un'esperienza analoga che ho vissuto io stesso quando avevo organizzato la presentazione alla Berio del libro di Chicco Testa, lui presente, sul nucleare, di cui allora lui era sostenitore (dopo Fukushima ha ricambiato idea): la libertà di espressione non va mai mozzata, semmai chi sostiene tesi malsane bisogna sconfiggerlo in un civile confronto diretto.
Io infatti allora avevo progettato di contrastare le tesi di Testa con l'argomento che lui stesso mi aveva definito ineccepibile, quello delle scorie nucleari, che aveva però considerato il male minore rispetto all'inquinamento ambientale prodotto dagli idrocarburi, laddove per me male minore non era qualcosa che avrebbe potuto essere sanato, forse, solo in centinaia di anni.
Invece vennero gli "anarchici" con i loro insulti e la loro violenza verbale a impedirmi questo confronto e li accusai di essere fascisti e anche poco intelligenti, visto che con la loro azione avevano regalato a Testa una notevole visibilità mediatica e anche la ragione morale. Eppure li avevo invitati a discutere con lui le loro ottime ragioni, ma si erano rifiutati di farlo!
Poi, con alcuni di loro, mi sono anche chiarito, e qualcuno mi ha persino riconosciuto in parte ragione, laddove i più integralisti si sono mantenuti convinti delle ragioni della violenza, ragioni che secondo me fanno solo bene al potere, visto che spaventano tanto l'opinione pubblica, adeguatamente ammaestrata.
Proprio questo questi ragazzi non vogliono capire: ora Panebianco, nonostante abbia scritto delle bestialità, è oggetto della solidarietà di tutti, o quasi, mentre i giovani idealisti del CUA sono i violenti nemici della democratica libertà di espressione!
Avrebbero fatto meglio ad organizzare un confronto diretto, ma è anche vero che in questo Paese di baroni e dinosauri, da cui, come ho scritto nel'articolo precedente, i geni emigrano e magari vanno a morire torturati in turbolenti Paesi stranieri, come Regeni (a proposito, alle autorità egiziane manca solo di dichiarare che il giovane ricercatore friulano è morto a causa della maledizione delle piramidi e poi hanno detto tutto per tentare di sviare le indagini!), i confronti diretti sono interdetti (Berlusconi e Renzi docent), pertanto chi vuole guadagnarsi attenzione deve ricorrere ad azioni clamorose. E questa non è sicuramente democrazia.
In conclusione, mi pare che Panebianco sia paragonabile al buon Pascoli, non quello del X agosto o de L'assiuolo, ma quello de La grande proletaria si è mossa, discorso pubblicato dal poeta poco più di un secolo fa a difendere e promuovere proprio l'aggressione della Libia da parte del nostro Paese.
Ricordo solo quanto insegno ai miei alunni e che Panebianco conosce benissimo: da quella stessa "cultura" nazionalsocialista (e non faccio giochi di parole!) che muoveva Pascoli sono in seguito scaturiti prima Mussolini e poi Hitler, la rovina dell'Italia e dell'Europa.
Che Panebianco, anziché denigrare queste ultime affidandosi al pericoloso e pernicioso militarismo imperialista USA, contribuisca a renderle più forti nel segno della solidarietà e della pace!
Altrimenti non vale nulla il suo titolo di emerito professorone!

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