Ceviche a colazione... il mio primo libro!

26 dicembre 2006

Mister No & Dago

Voglio dedicare quest’altro mio post a due personaggi dei fumetti che mi sono particolarmente cari: Mister No e Dago, appunto.
Per quanto non possa dire che ne sia un collezionista assiduo, ne sono sicuramente un lettore appassionato… e cercherò di spiegarne il perché e perché, soprattutto, ho deciso di scriverne qui.
Ma prima mi è doveroso che io li presenti sinteticamente, per chi non li conosce.
Mister No

“Mister No è il soprannome di Jerry Drake, un pilota nord-americano che vive le sue avventure a Manaus, in Amazzonia, negli anni Cinquanta.”
Questa primissima riga l’ho copiata dalla “biografia ufficiale” che si trova nel sito http://www.sergiobonellieditore.it/
Mister No è infatti una delle creature del patròn del fumetto italiano Sergio Bonelli, quella a cui sarebbe più affezionato, come ha scritto una volta.
E non stento a crederlo!
Saccheggio ancora dalla citata biografia ufficiale:
“Mister No è un uomo onesto e coraggioso, sempre pronto a schierarsi dalla parte dei più deboli, senza atteggiarsi a eroe spaccamontagne.
[…]
La sua abitudine di dire "no" a quello che non gli piace… "no" alla disciplina ottusa richiesta dalle gerarchie militari e alla folle violenza di tutte le guerre; "no" all'ipocrisia e al conformismo della cosiddetta società civile; "no" alle prepotenze dei forti contro i deboli, a qualsiasi latitudine è il suo tratto più caratteristico ed è anche il leit-motiv di tante sue avventure.
[…]
Mister No non vuole guai (o dice di non volerne); lui sa cosa significa rischiare la pelle... Ma questi rifiuti non sono mai definitivi: inevitabilmente succede qualcosa che lo costringe a rimettersi in gioco per aiutare gli altri. Mister No è impulsivo e passionale, agisce quasi sempre spinto dalla pressione emotiva, ma dietro la sua rabbia c'è sempre un impulso morale: Mister No non accetta le ingiustizie del mondo, anche quando corrispondono alla "logica delle cose".
Mister No ha un temperamento allegro e scanzonato. Gli piace passare le serate al bar con gli amici, bevendo fiumi di alcol (soprattutto whisky e bourbon, ma in Brasile spesso deve accontentarsi della cachaça, il tipico liquore locale ricavato dalla fermentazione della canna da zucchero) e fumando sigarette senza preoccuparsi troppo della salute, che peraltro è ottima. Gli piace uscire con ragazze sempre diverse e spesso le porta a ballare, soprattutto il samba, ma anche il boogie woogie e il rock'n'roll che vengono dal suo paese d'origine e caratterizzano l'epoca delle sue avventure. È appassionato di musica jazz: "Body and Soul" è la colonna sonora dei suoi momenti romantici, quando è di buonumore canticchia "When the Saints Go Marchin' in".”
Insomma un ribelle e un bastiancontrario, come è definito in altre sue biografie bonelliane, laddove il suo No è gridato e concretizzato soprattutto contro i prepotenti, i violenti, la follia della guerra, ma anche i falsi miti del nostro tempo, cioè il denaro e il progresso, il perbenismo e il benessere. È un eroe “beat” (e infatti in una delle sue avventure incontra Jack Kerouac), o meglio vorrebbe esserlo quando “fugge” nella foresta amazzonica alla ricerca di semplicità, pace e natura incontaminata, ma non riesce a star lontano dai guai, perché l’ingiustizia incombe ovunque e lui proprio non riesce a sopportarla.
“Un uomo che ha rifiutato tutto ma non la gioia di vivere. E che comunque porta sul braccio il disegno di un quadrifoglio, simbolo di una fortuna da inseguire sempre, anche se forse non si raggiungerà mai”.
Una sua famosa frase che mi è rimasta impressa è: “Io non sono curioso per natura, ma mi piace capire come ragionano gli altri”!
Ho bisogno di aggiungere altro? Credo di no.

Passiamo a
Dago

Su Dago non ho trovato un sito ufficiale, quindi scartabello qui e là, elaborando di mio.
Dago è un eroe del fumetto inventato dal prolifico sceneggiatore paraguayano Robin Wood (alias Robert O'Neil, Noel Mac Leod, Roberto Monti, Carlos Ruiz, Mateo Fussari) e disegnato da Alberto Salinas.
La sua “storia” ci rivela che era un nobile veneziano di nome Cesare Renzi, della prima metà del XVI secolo, l’epoca del Rinascimento, ma anche della sua fine, della riforma protestante e delle guerre di religione in Europa, del conflitto di civiltà contro l’impero ottomano. La sua famiglia è accusata di tradimento e assassinata per motivi politici da un gruppo di congiurati veneziani e ottomani, lui riesce a salvarsi perché ritenuto morto, ma è recuperato in acqua da una nave ottomana che lo cattura come schiavo.
Dato che al momento del ritrovamento il giovane ha una daga conficcatagli nella schiena da quello che credeva il suo migliore amico, gli viene assegnato dal capitano turco il suo nuovo nome di schiavo proprio ispirato dall’arma fellona.
Dopo un primo periodo in schiavitù contornato da varie avventure, riesce ad entrare nel corpo scelto dei giannizzeri, premio e punizione per aver salvato la vita al famoso Khayr al-Dīn Barbarossa, all’epoca bey di Algeri e ammiraglio della flotta ottomana, in quanto tale uomo più potente del Mediterraneo.
Nell’élite dell’esercito ottomano gli viene dato il soprannome di "giannizzero nero", per via del colore dei suoi abiti, diverso da quello dei compagni, che indossano divise bianche.
Da nobile devoto alla bella vita diventa ben presto un uomo duro e forte, si allena spesso con la spada coltivando la sua grande abilità che già possedeva ai tempi in cui viveva a Venezia. Non si tratta di un eroe "buono" nel senso più generico del termine. Le vicende luttuose della sua giovinezza lo hanno segnato, così come il lungo periodo di schiavitù. Dago afferma spesso di vivere solo per ottenere un giorno la sua vendetta. Affronta quindi l'esistenza con l'ironico distacco di chi non ha più nulla da perdere. È tuttavia molto sensibile nei confronti degli umili e bisognosi, avendone condiviso il destino, e ama prendersi gioco dei potenti in ogni possibile occasione. Conosce nuove donne quasi in ogni episodio, ma non si ferma quasi mai nello stesso posto a lungo, per evitare vendette dei suoi molti nemici su persone a lui care. Ha numerosi figli sparsi per il mondo in seguito alle sue brevi storie d'amore, ma raramente riesce a vederne uno.
Come giannizzero nero e rinnegato Dago si trova a combattere quasi tutte le guerre europee, a volte per un esercito, a volte per un altro, a volte come eroe super partes, anche in episodi isolati, potremmo dire di cronaca.
Partecipa all'assedio di Vienna e alla conquista di Tunisi, tenta di impedire il sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi, conosce Leonardo Da Vinci (o meglio il suo assistente), Machiavelli, Benvenuto Cellini, Nostradamus, Paracelso, Cortez, perfino il Conte Dracula così come numerosi papi e sovrani, tra i quali Clemente VII, Enrico VIII, Francesco I e Carlo V.
La cura nella ricostruzione storica, dei paesaggi e dei costumi dell'epoca, è certo uno dei tratti più affascinanti del fumetto.
Insomma, è un eroe che subisce una grave ingiustizia, per cui giura vendetta, dalla quale però non è acciecato, tant’è vero che, quando a Roma, durante il sacco dei Lanzichenecchi, ha l’occasione di incontrare le donne (moglie e figlia) del patrizio veneziano che ha tradito suo padre e fatto assassinare tutta la sua famiglia, non si lascia andare a una rivalsa su di loro, anzi le salva.
Sa bene infatti che se si lasciasse andare alla cieca vendetta contro gli innocenti e i più deboli, si macchierebbe anche lui di ingiustizia e ne sarebbe vinto. Lui invece la combatte, contro tutto e tutti.
È un guerriero formidabile, ma odia la guerra, specie quando i deboli ne sono vittime innocenti, di qualsiasi colore, lingua o religione siano.
Il fatto di essere un “rinnegato”, cioè un “occidentale” diventato “orientale”, gli permette di osservare e ragionare a partire da più punti di vista, con un orizzonte di vedute e una capacità di comprensione e di umanità che lo rende impagabile!

In conclusione devo spiegare perché ho deciso di dedicare un post a questi personaggi immaginari, letterari di fumetto, laddove il perché ne sia appassionato credo si evinca facilmente dalle presentazioni che ne ho fatto.
Mister No e Dago sono gli archetipi (per una definizione di archetipo vi rimando a wikipedia dove mi sembra fatta bene) che più amo e che più dovrebbero essere amati ai nostri tempi, secondo me.
Infatti rappresentano il coraggio dell’umanità a 360°, senza pregiudizi e prevaricazione, che anzi sono da loro combattuti e sviliti come meritano, senza “alti” principi declamati, che si rivelano sempre ipocriti, ma caratterizzati da un profondo e spesso tacito senso di solidarietà e rispetto per gli altri, specie i più deboli.
Sono eroi multiculturali, come il nostro mondo, come l’umanità è sempre stata aldilà del grande inganno delle ideologie, dei nazionalismi e delle religioni, che servono solo a discriminare e a fornire pretesti alle manifestazioni di odio represso.
Sono grandi maestri di vita, perché la vita la vivono pienamente, perché nonostante tutto è degna di essere vissuta e nessuno può e deve negare questa fondamentale verità.

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