Ceviche a colazione... il mio primo libro!

16 luglio 2009

Lettera all'Aprea

Spett.le Onorevole Prof.ssa Aprea,
il mio nome è Roberto Marras, sono un insegnante genovese, precario da 13 anni – mi permetto di inviarLe il mio curriculum per darLe un’idea di quale professionista il Governo stia “tagliando” dalla Scuola.
Ieri, assieme al collega e amico Paolo Fasce, portavoce del Comitato Precari Liguri, ho partecipato al presidio davanti alla Camera della Rete Nazionale Precari, conclusosi con una delegazione – a cui ha partecipato il citato collega – ricevuta da Lei e dagli altri membri della Commssione Cultura della Camera.
Mi permetto di scriverLe , oltre che per lo scopo sopra citato, anche per ribattere alle parole che avrebbe pronunciato Lei ieri alla delegazione e riferitemi da Fasce.
Lei avrebbe detto che Voi, come Commissione Cultura, non potete fare niente per noi, perché la politica dei tagli, decisa dal Ministro Tremonti, è già stata approvata dal Parlamento. Che state pensando piuttosto alla Scuola del futuro.
Avrebbe concluso accusandoci di essere strumentalizzati dalla Sinistra.
Inizio subito a contraddire questa Sua ultima affermazione: quanto meno noi del Comitato Precari Liguri ci abbiamo sempre tenuto a mantenere le debite distanze rispetto a qualsiasi partito e qualsiasi sindacato, laddove non ci siamo mai rifiutati piuttosto di sensibilizzare qualsiasi personalità della politica o di sindacati che abbia accettato di ascoltarci e di muoversi a nostro favore: glielo possono confermare il Senatore Enrico Musso, Suo collega di partito, nonché il Preside Nicolò Scialfa, Consigliere Comunale genovese di IDV e responsabile nazionale della Scuola per lo stesso partito.
Io personalmente non amo le piazze, gli slogan gridati, l’aggressività strumentale, preferisco dialogare con le persone di buona volontà e di comprovate competenze.
Il Preside Scialfa sopra citato e il Senatore Musso, che considero anche amici oltre che persone di profonda onestà e spessore morale, nonché competenti e preparate, mi hanno assicurato che, a prescindere dalle Sue posizioni che si possono più o meno condividere, Lei pure è una persona dello stesso stampo dei sopra citati.
Per questa ragione Le lancio il mio appello: con questi tagli immorali e irragionevoli, non solo sarà ridimensionata la Scuola pubblica, e forse questo vuole comunque essere un Suo obiettivo, dal momento che Lei sta pensando si trasformare i singoli istituti in fondazioni, ma verranno scaraventati nella disoccupazione e sul lastrico tanti professionisti seri e competenti come me, per giunta ingannati per anni dallo Stato con la prospettiva di essere stabilizzati, prima o poi.
Le allego di seguito la dichiarazione, condivisibile in toto, del Preside Scialfa pubblicata su Il Secolo XIX di oggi:
Il Secolo XIX (16/07/2009): Scialfa: “I precari? Risorsa preziosa per la nostra scuola”
SCIALFA (IDV): «I PRECARI? RISORSA PREZIOSA PER LA NOSTRA SCUOLA»
«NON SI POSSONO MANDARE via migliaia di insegnanti precari, che svolgono un lavoro preziosissimo e vantano spesso competenze altissime, solo in nome dei tagli. Tanto meno quando si spendono un sacco di soldi per leggi liberticide come quella sull`immigrazione». Nicolò Scialfa, consigliere comunale, preside del Vittorio Emanuele e responsabile nazionale della Scuola per Italia dei valori, ha preso parte alla manifestazione nazionale dei precari della scuola che si è svolta ieri in piazza Montecitorio, a Roma. Con lui, in auto da Genova a Roma e ritorno, ci sono Roberto Marras e Paolo Fasce, insegnanti quarantenni e precari rispettivamente da 13 e quattro anni. Sono due dei circa mille docenti che lavorano da anni nelle scuole elementari, medie e superiori genovesi con contratti a termine e l’incubo costante di essere rispediti a casa.
«Si tratta di colleghi anche plurilaureati, con corsi di specializzazione alle spalle, che magari conoscono più lingue straniere», continua Scialfa: «Persone di grande valore professionale di cui non possiamo fare a meno e che non possono essere sacrificate in nome dei tagli».
Il responsabile nazionale dell’Idv per l’Istruzione lancia una proposta:
«Ai docenti stanchi e demotivati bisognerebbe dare la possibilità di passare alle dipendenze di altri ministeri consentendo l`ingresso di linfa nuova nella scuola. Dopodiché bisogna chiudere col precariato, non con i precari: nella scuola dovrebbero entrare solo i docenti vincitori di concorsi, nel rispetto dell'articolo 97 della Costituzione».
***
La invito su queste parole a collaborare con il Preside Scialfa e con quant’altri vogliano risolvere al meglio per tutti questa incresciosa e vergognosa situazione.
Grazie per l’attenzione.
Prof. Roberto Marras

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