Ceviche a colazione... il mio primo libro!

30 marzo 2011

Condivido in pieno!!!

Gentile sig. Rixi,
ho ascoltato l'altra sera al telegiornale della Liguria i suoi commenti e le sue richieste relativamente all'emergenza umanitaria che vede il suo ganglo di crisi nell'isola di Lampedusa e la responsabile necessità nazionale di redistribuire sull'intero territorio, nella speranza che anche l'Europa possa dare presto un contributo. Laddove così non fosse, per millenni abbiamo goduto di vantaggi dalla nostra posizione geografica centrale nel mediterraneo, vorrà dire che per una volta pagheremo dazio.
Le scrivo per esprimere tutto il mio sdegno per le posizioni tanto violente e disumane che sono state espresse in Consiglio Regionale. Trovo che la sua posizione sia davvero sintomatica della barbarie alla quale siamo costretti ad assistere.
Lei è una persona di modeste possibilità, che raccoglie voti con l'unica cosa che sa fare, cioè urlare, agitare spettri e coltivare quello che, dal cristianesimo al buddismo, tutte le culture hanno combattuto: l'egoismo. Purtroppo, così facendo, offre al lato oscuro di ciascuno di noi la possibilità di vedere la soluzione più facile, pur essendo materialmente impossibile da realizzarsi per ovvi motivi demografici ed economici che hanno dinamiche mondiali.
Su Il fatto quotidiano, Pierfranco Pellizzetti scrive: "In effetti le nostre società sono diventate sempre più vecchie e impaurite, egoiste e statiche. Per questo hanno successo politiche basate sulla diffusione del panico, affiancate alla generica promessa di soluzioni che blindino l’esistente. Una immunizzazione psichica che aggrava il problema."
Che Lei sia una persona di risibile spessore ci è testimoniato dal fatto che ha abbandonato il Parlamento Italiano per mantenere il seggio in Regione Liguria, e questo lo ritengo un buon segno perché, almeno, Lei è consapevole delle sue modeste possibilità intellettuali. In parlamento, al più, sarebbe stato relegato al ruolo di pianista.
Sciascia Le ha riservato la definizione di "ominicchio".
Fortunatamente, quindi, posso evitare di chiamarLa "Onorevole", titolo che mi sento di riconoscere a quei "pater et mater familias" eritrei, somali e libici che ho visto in televisione coi figli attaccati alle braccia, lo sguardo impaurito, ma aggrappati ad una sola certezza: i loro genitori.
Vede, sig. Rixi, io sono un padre di famiglia e vedendo quel servizio giornalistico ho immaginato mia figlia, aggrappata a me, in quelle condizioni. Non mi vergogno di dirle che di fronte a quelle immagini, e ogni volta che evoco quest'associazione mentale, io mi metto a piangere.
Penso a mia nonna che, durante la seconda guerra mondiale, con tre figli, mio padre era il più piccolo di loro, era sfollata nell'entroterra per salvarli. Penso alla canzone simbolo della genovesità che ci parla di un emigrante (visto da qui, ma un "immigrato clandestino", visto da là!) e mi domando come tutto ciò sia possibile.
L'ho vista, qualche tempo fa, agitare crocifissi svizzeri e raccogliere quattro gatti per manifestazioni integraliste che mostrano chiaramente come nel nostro paese ci sia una società civile e una società incivile e che, probabilmente per motivi di ordine sociologico che forse intuisco ma non domino, la stessa cosa avvenga nei paesi del nord Africa (e ovunque).
Oggi la società civile tunisina ha cacciato un dittatore, la stessa cosa è successa in Egitto e, al prezzo di numerose vite umane, sta succedendo in Libia, Siria, Barhein e in chissà quali altri paesi di cui noi occidentali siamo all'oscuro, obnubilati dall'immagine granitica di un unico Islam, di un unico "mondo arabo" che esiste solo nella sua propaganda (tanto per fare un esempio, il paese musulmano demograficamente più rilevante è l'Indonesia, visitando la quale, probabilmente Lei direbbe: "questi sono cinesi!").
Credo che l'onorevole popolo tunisino ci stia dando una grande lezione e ci stia dicendo che se loro si sono liberati di un dittatore esplicito, noi possiamo liberarci di quei piccoli dittatori che abbiamo nella mente: razzismo, integralismo, omofobia...
Non ricordo più chi abbia detto che si possono erigere muri, ma non si possono fermare le idee. Purtroppo vale anche per quelle cattive come ci ha mostrato quel filmato su youtube dove abbiamo visto come Borghezio in Francia istruiva sui "nobili modi" coi quali arrivare al potere.
Il nostro paese è attraversato da questi cancri e la battaglia è ben più difficile che liquidare la sua risibile retorica televisiva, perché quella retorica televisiva purtroppo li diffonde, dando alle persone il ciuccio che cercano come prima soluzione. Se non trovassero il ciuccio, probabilmente comincerebbero a pensare.
Ma Lei è in ambascia. E' difficile scegliere tra lo scranno di un seggio regionale, visibilità narcisistica, rimestando nel torbido, oppure fare un'anonima vita dignitosa. Molti di noi ha scelto la seconda ed è su questo tema che Gesù ha ammonito: "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".
Ora, avendo avuto la massima quanto vacua soddisfazione nell'esprimere la mia opinione sulla sua persona, voglio promuovere un'idea che coinvolge quei bambini sfollati degli anni quaranta che nella seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra hanno conosciuto la fame e le conseguenze della devianza umana collettiva alla quale dobbiamo sottrarci. Oggi quei bambini hanno circa sessantacinque anni, ormai da qualche anno hanno visto lasciare le proprie case i lori figli, precari che, con fatica, hanno trovato una collocazione, o anche non trovandola "si sono buttati". Mi rivolgo a questi genovesi, cittadini o dell'entroterra, del levante come del ponente, che hanno appartamenti o case coloniche con stanze vuote perché i figli non ci sono più. Credo che la Storia offra loro la possibilità di contrastare l'opinione di Pellizzetti che ho citato e di sdebitarsi nei confronti della Fortuna che ha fatto loro superare quella catastrofe e che oggi vediamo di fronte alle porte di casa.
Auspico che questi cittadini figli della più grande tragedia del secolo scorso diventino gli eroi di quest'alba di millennio e ospitino questi profughi in quelle stanze vuote.
C'è più gioia nel dare, che nel ricevere.
PAOLO FASCE
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Postilla tutta mia: l'unico leghista buono è quello morto.

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