Ceviche a colazione... il mio primo libro!

3 luglio 2011

Premiato al II Concorso di Poesia della Diaspora Ecuadoriana "Jorgenrique Adoum"

Grazie a una delle seguenti poesie da me presentate - non ho capito bene quale, né ho capito bene come mi sono classificato, forse un secondo posto a pari merito - sono stato premiato l'11 giugno scorso al II Concorso di Poesia della Diaspora Ecuadoriana "Jorgenrique Adoum", che comunque sono felice del fatto che continui la sua esistenza, anzi si sviluppi sempre più.
***

Homo Migrans

Ed Eva disse ai figli suoi

Prendete le vostre famiglie e partite

Crescete e moltiplicatevi

E i suoi figli partirono

Dalla savana che poco offriva partirono

Ognuno verso una direzione

Chi prese per il nord

A seguire il corso del Grande Fiume

Chi prese per il sud

Sino alle sponde dei Grandi Laghi

Chi scese verso est

Sino alle sponde del mare blu

Chi scese verso ovest

Dentro la giungla fitta e urlante


E nacquero altri figli di Eva

I figli di Eva crebbero e si moltiplicarono

Ed Eva disse ai figli suoi

Prendete le vostre famiglie e partite

E i suoi figli partirono

Ognuno verso una direzione

Quanti erano a nord

Lungo il corso del Grande Fiume

Giunsero alla foce del Grande Fiume

Quanti erano a sud

Lungo le sponde dei Grandi Laghi

Toccarono le sponde opposte

Quanti erano a est

Lungo le sponde del mare blu

Il mare attraversarono

Quanti erano a ovest

Dentro la giungla fitta

Nella giungla s'addentrarono


E nacquero altri figli di Eva

I figli di Eva crebbero e si moltiplicarono

Ed Eva disse ai figli suoi

Prendete le vostre famiglie e partite

E i suoi figli partirono

Ognuno verso una direzione

Quanti erano a nord

Lungo la foce del Grande Fiume

Colonizzarono le Isole Montagna

Quanti erano a sud

Al di là dei Grandi Laghi

Colonizzarono le grandi pianure

Quanti erano a est

Sul mare navigando

Colonizzarono altri continenti

Quanti erano a ovest

Addentro nella giungla

Dalla giungla uscirono


E nacquero altri figli di Eva

I figli di Eva crebbero e si moltiplicarono

Ed Eva disse ai figli suoi

Prendete le vostre famiglie e partite

E i suoi figli partirono

Ognuno verso una direzione

Quanti a nord sempre più a nord

Quanti a sud sempre più a sud

Quanti a est sempre più a est

Quanti a ovest sempre più a ovest

E il mondo intero popolarono

Centinaia di secoli dopo la prima Eva

Che partorì figli destinati

A migrare per sempre

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Enrico Roccatagliata Enrique Rocafuerte

Enrico era un bambino

Il padre un dì gli chiese

Ti piace navigare?

Enrico gli sorrise

E cominciò a sognare

Di oceani e d balene

Di lotte e di pirati

Di indiani e di cowboy

E anche l'Eldorado


Il padre sorrideva

Ma il cuore triste aveva

Perché era amaro il pane

Perché era troppo caro

Pei morti di Milano

E per la vita grama


Salparono dal porto

Di Genova l'amata

Di Genova l'amara

Coi visi lacrimosi

E i cuori speranzosi

E dopo lungo viaggio

Lamerica toccarono

Le Ande poi passarono

Sino a Guayaquil


Enrique era chiquito

Le preguntó su mami

¿Qué tal partir conmigo?

Y Enrique la abrazó

Y empezó a llorar

Ya estaba con recelo

Que otra vez se fuera

Tal cinco años antes

Cuando era chiquitito


Su mami sonrió

Y luego también lloró

Y a cuando se partió

De nuevo ella pensó

Dejando su familia

Dejando su chiquito


Los dos partieron juntos

Llorando en el avión

Riendo en el avión

Con muchos más migrantes

Migrantes como ayer

Migrantes como hoy

Llenos de tristeza

Llenos de esperanza

De Guayaquil hasta Génova

***

Una pianta dal muro

Ma una pianta dal muro spunta

Una pianta spunta dal muro

Una pianta dal muro spunta


Tanti muri, troppi muri

Hanno eretto molti muri

Di mattoni e di cemento

Con in cima cocci aguzzi

Di ignoranza e di paura


Hanno eretto le barriere

Non ci voglion far passare

Sei diverso, sei straniero

E sei sporco e disgraziato”

Nel mio orecchio mi han gridato


E lo vedi all’ospedale

Agitarsi esangue e cupo

Presso un irto muro d’odio,

Impazzire tra scartoffie

Schiocchi, sguardi e pregiudizi


Nelle crepe o nella “feccia”

di una società meschina

File nere di formiche

Che si rompono ed esplodono

Sorde e immani ipocrisie


Ma una pianta spunta dal muro

Una pianta dal muro spunta

Una pianta spunta dal muro


Nato sotto lo stesso sole

Recepire con orrore

Che comunque sei un alieno

Tanti muri, troppi muri

Con in cima cocci aguzzi


Di ignoranza e di paura


Ma una pianta dal muro spunta

Una pianta spunta dal muro

Una pianta dal muro spunta

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