Leggo sul CS che i genitori di Vittorio Sgarbi avrebbero querelato Oliviero Toscani perché quest'ultimo, commentando il recente incidente d'auto in cui è stato coinvolto il loro figliolo, avrebbe pronunciato la frase: "I rompicoglioni non muoiono mai!", alludendo al fatto che Sgarbi comunque non era morto.
Posso capire l'amor di mamma e di papà - e magari la speranza di guadagnarci qualche danno morale - che ha ispirato la reazione dei genitori di Sgarbi e il loro ricorso alla "giustizia"; ne deduco tuttavia che gli Sgarbi non conoscono la lezione cristiana - che poi è buon senso puro - del "chi di gladio ferisce, di gladio perisce".
Come avevano reagito, per esempio, quando il loro caro figliolo ha cominciato ad acquisire "fama" a partire dal 1989, quando, ospite sconosciuto al Maurizio Costanzo Show, aveva più volte pronunciato la frase: "Io odio Federico Zeri e desidero la sua morte!"? Laddove, quando Zeri, vero, straordinario e quasi leggendario critico d'arte, è effettivamente morto nel 1998, ha avuto anche la faccia tosta di dichiarare: "Ora che è morto, vorrei vederlo vivo".
Senza parlare poi dei tanti casi successivi in cui il dolce virgulto degli Sgarbi non è stato da meno rispetto ai suoi esordi con Zeri, contro altri avversari, che poi erano avversari del suo padrone Berlusconi.
Mi auguro che i giudici tengano conto della suddetta lezione cristiana.
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