Ceviche a colazione... il mio primo libro!

16 novembre 2012

Manganellate e risorse didattiche

Le manganellate ai ragazzi e alle ragazze che tutti abbiamo visto in TV riflettono lo spessore morale di questo nostro (malgrado) governo e dei governi europei suoi pari, governi che non governano, semplicemente eseguono gli ordini del potere di abbattere lo stato sociale e, naturalmente, non accettano il confronto democratico per il semplice motivo che democratici non sono. Il nostro (malgrado) capo del governo l'ha anche ammesso, e non ingenuamente.
La manganellata alle spalle che mercoledì ha subito questo ragazzo a Roma è in perfetta sintonia con l'azione dei "tecnici" della demolizione sociale del governo Monti nei confronti di noi insegnanti. Hanno fatto finta di recedere (per ora) dal progetto 24 ore, laddove hanno condizionato questo loro passo indietro al taglio di ulteriori risorse didattiche. Come per dire, all'opinione pubblica: d'accordo, non aumentiamo il carico di lavoro agli insegnanti (e quindi non tagliamo loro posti di lavoro), ma dei tagli sono necessari comunque, pertanto tagliamo le risorse didattiche! Poi, se agli alunni mancano persino i banchi, le sedie, il gesso, la carta igienica, a volte anche aule decenti e in osservanza delle norme della sicurezza (e tutto ciò già succede!), prendetevela con gli insegnanti che non vogliono lavorare più delle loro misere 18 ore, nonostante il Paese sia in crisi! Dei veri sovversivi (come appunto ci aveva definito Fini)!
Furbi, vero?
Si tratta della classica strategia del capro espiatorio, già adottata in passato contro gli ebrei, ancora oggi contro gli "zingari" (per loro non è cambiato nulla) e gli "extracomunitari". Una delle classiche strategie di manipolazione dell'opinione pubblica da parte del potere svelate anche da Chomsky.
Si sta di nuovo verificando la poesia/profezia di Martin Niemöller (nella sua variante più comune):

Prima sono venuti a prendere gli zingari, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo zingari;
poi sono venuti a prendere gli ebrei, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo ebrei;
poi sono venuti a prendere i comunisti, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo comunisti;
poi sono venuti a prendere gli omosessuali, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo omosessuali;
infine sono venuti a prendere noi, e non c’era più nessuno capace di protestare.

Anzi, ormai si può adattare ai giorni nostri:

Prima sono venuti a prendere gli zingari, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo zingari;
poi sono venuti a prendere gli extracomunitari  e noi non abbiamo protestato perché non eravamo extracomunitari;
poi sono venuti a prendere gli operai, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo operai;
poi sono venuti a prendere gli insegnanti, e noi non abbiamo protestato perché non eravamo insegnanti;
infine sono venuti a prendere noi, e non c’era più nessuno capace di protestare.

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