Ceviche a colazione... il mio primo libro!

31 dicembre 2015

Riflessioni (inquiete) di fine anno

L'anno che sta per finire non si può dire che sia stato un anno felice. E non mi riferisco alle ragioni personali, laddove anzi mi posso continuare a considerare fortunato, nonostante alcuni dettagli, piuttosto alla situazione generale e ai segnali inquietanti che fanno temere per il futuro, specie quello dei miei figli.
Vado però subito al dettaglio senza soffermarmi troppo sui "massimi sistemi".
Mi ha colpito in questi ultimissimi giorni l'espulsione del marocchino residente a Monselice solo perché avrebbe dichiarato che avrebbe voluto "far saltare Roma" per vendicare l'islam nei confronti dell'Occidente.
Mi hanno colpito di questa vicenda tante cose: il fatto che sia stato denunciato dal fratello che viveva con lui, il fatto che non sia stato il primo a subire un provvedimento del genere, il fatto che detto provvedimento sia stato immediato - per ordine firmato da Alfano -, senza processo né una vera indagine (pare che debbano ancora veramente visionare il materiale informatico sequestratogli), in buona sostanza sulla base di semplici parole altrui.
Un po' come succedeva in tempi ricordati nei libri di Storia - materia che insegno - come molto tristi, quando bastava una denuncia di un vicino per farti condannare dall'inquisizione, per esempio, o altri soggetti consimili.
E tutto ciò è giustificato in funzione della prevenzione al terrorismo, così come un tempo che alcuni anziani ancora viventi ricordano bene, sempre dalle nostre parti si giustificavano le famigerate retate nazifasciste in funzione della lotta ai "banditen", cioè ai partigiani, o, in tempi molto più recenti, che ho vissuto pure io sia pure da bambino, si giustificavano gli arresti preventivi (e magari le torture) per legittimo sospetto degli studenti durante i cosiddetti anni di piombo.
Personalmente, sono d'accordo con Franco Cardini, probabilmente il maggiore storico italiano vivente, quando dice che non vede "differenza tra un partigiano e un terrorista", appunto, laddove il fenomeno dei foreign fighters, peraltro, non è certo una novità come la si vorrebbe far passare, basti ricordare, come fa Cardini, la mobilitazione internazionale durante la guerra di Spagna, ma anche i volontari stranieri che molto prima morirono in Grecia per la causa dell'indipendenza ellenica dall'impero ottomano, il più famoso di tutti il celebre scrittore inglese Byron.
Insomma, proprio in quanto docente di Storia - non certo come simpatizzante dell'islam, come qualcuno di questi tempi potrebbe sospettare, laddove anzi proclamo sempre più ad alta voce le mie posizioni atee e anarchiche (ni dieu ni maître!!!) - , m'inquietano questi segnali di un ritorno a tempi che poi, con ipocrisia stomachevole, le autorità ci chiedono di commemorare "per non ripetere gli errori del passato" in occasioni come l'imminente Giorno della Memoria, di cui peraltro sono stato e sono tuttora un attivo promotore, purché la memoria non sia circoscritta al passato e a specifiche categorie di vittime (quelle che il potere ci tiene a ricordare), ma si estenda al presente e a tutte le categorie di vittime delle violazioni dei diritti umani, per esempio i migranti, alla cui strage stiamo assistendo da anni senza particolare scandalo, anzi, con godimento da parte di molti, troppi!
Ma, a prescindere dalla mia posizione di insegnante di Storia, solo ragionando come un semplice uomo della strada, mi chiedo: perché i leghisti che per anni hanno gridato "Roma Ladrona!", che volevano lanciare l'atomica contro la stessa Roma e contro il sud, da separare dal nord, e che hanno strillato e continuano a strillare tanti incitamenti alla violenza razzista, non sono perseguibili penalmente, mentre un musulmano deve essere espulso senza processo perché avrebbe esternato i suoi, peraltro legittimi, risentimenti contro l'Occidente?
La mia, ovviamente, è una domanda retorica. IO SO, come avrebbe detto Pasolini, la risposta.
E, a concludere questa riflessione inquieta di fine anno, aggiungo che ieri ho visto su un muro del quartiere in cui abito a Genova la scritta: "genoani musulmani", un po' come neanche tanto tempo fa si sarebbe scritto "genoani ebrei" o "doriani terroni", o insulti analoghi.
E sappiamo bene come le tifoserie ultrà e gli stadi siano il laboratorio dei gruppi paramilitari di estrema destra o comunque la fonte di condizionamento di tanti giovani e meno giovani...
Insomma, concludo questo 2015 con inquietudini che spero svaniscano come tra poche ore svanirà nell'archivio del passato esso stesso. Ma la speranza non basta!

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